Bisogna farci i conti con la voglia di indipendenza. E con la Catalogna evidentemente non tornano. Le banche che preparano i bagagli, l'avvertimento lanciato da Andrea Schaechter, capo della missione in Spagna del Fondo Monetario Internazionale che ha avvertito: «un'incertezza prolungata sulla crisi in Catalogna potrebbe pesare sulla fiducia e sulle scelte di investimento». Proprio adesso che la Spagna può vantare «solide prospettive positive». Il Fondo parla di una crescita «forte, equilibrata e con crescita dell'occupazione». Peccato i separatisti che ora rischiano di rovinare tutto. E dalla Bce e dalla Ue arrivano altri timori: il settore bancario è in cima alle preoccupazioni perchè quanto più la situazione si fa incerta tanto più sono possibili anche reazioni difensive dei cittadini che potrebbero anche sfociare in una corsa agli sportelli. E si lotta a suon di decreti. Ieri il governo spagnolo ha semplificato la procedura per il trasferimento della sede sociale delle imprese. Messo a punto in tempo record, il decreto punta a rendere più semplice il trasferimento in altre località della Spagna della sede sociale di imprese catalane che temono le incertezza di una possibile dichiarazione unilaterale d'indipendenza della Catalogna. Più di una diaspora, un fuggi fuggi generale. D'ora in poi, per fare questo passo, basterà il via libera del consiglio di amministrazione senza consultare il board degli azionisti. Il nome più grosso è quello della multinazionale dell'energia Gas Natural Fenosa, che ha convocato ieri un consiglio d'amministrazione e ha scelto di spostare la propria sede sociale a Madrid. Gas Natural è una partecipata del gruppo Caixa, che già giovedì ha spostato la sua sede sociale a Mallorca, come farà CaixaBank, prima banca della Catalogna. Con lei Banco Sabadell, quinta banca della Spagna, ha trasferito la sede sociale ad Alicante. Diverse altre imprese hanno fatto o stanno facendo analoghi passi. L'assemblea degli azionisti di Banco Mediolanum (la controllata spagnola di Banca Mediolanum) ha spostato la sede legale da Barcellona a Valencia. A riflettere sulla fuga sono anche la ditta produttrice di spumante Cava, e Abertis, multinazionale del settore infrastrutture di trasporto. Ma l'elenco si allunga di giorno in giorno. Una situazione che per il ministro dell'Economia spagnolo Luis de Guindos è da addebitare solo alla «politica irresponsabile» della Catalogna, «che genera incertezza e inquietudine». L'ex presidente della Generalitat catalana, Artur Mas, intervistato dal Financial Times, ha avvertito che la Catalogna non è ancora pronta «per una indipendenza vera». Se infatti la regione autonoma dovesse staccarsi dalla Spagna, con ogni probabilità la Catalogna uscirebbe anche dall'Unione Europea e dall'Eurozona. Con il cambio di sede gli istituti potranno continuare a far parte della Banca Centrale dell'Unione Europea mantenere l'accesso ai suoi contanti. Intanto, per uscire dalla crisi innescata dal braccio di ferro con Barcellona, il governo spagnolo propone nuove elezioni regionali.
«Sarebbero un bene, affinché si sani questa frattura», ha affermato il ministro portavoce, Ignacio Mendez de Vigo che ha anche esortato il presidente della Generalitat, Carles Puigdemont, a tornare «alla legalità» perchè si possa «parlare e dialogare» nel «rispetto» della legge.Ma Puigdemont sembra voler andare avanti per la sua strada e ha chiesto di comparire martedì pomeriggio davanti al «Parlament», il Parlamento regionale, per spiegare «la situazione politica attuale.
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