Un appello a 36 paesi europei, tra cui l'Italia, per dire «no alla partecipazione di russi e bielorussi ai Giochi di Parigi 2024». Nella videoconferenza organizzata dal governo di Londra qualche giorno fa, il presidente ucraino Zelensky ha lanciato il guanto di sfida al Comitato olimpico internazionale. Sullo sfondo si affaccia lo spettro del boicottaggio dell'appuntamento a cinque cerchi. Come avvenne a Mosca 1980 e quattro anni dopo a Los Angeles: il nodo della discordia fu l'intervento armato sovietico in Afghanistan.
I particolari della riunione in streaming sono stati svelati dal settimanale tedesco Der Spiegel: l'appuntamento rappresenterebbe la nascita ufficiale di un fronte politico contrario al proposito del numero uno del Cio, Thomas Bach, ovvero trovare una via per riammettere dentro la comunità dello sport gli atleti e le atlete che hanno la «colpa» di possedere lo stesso passaporto di Putin e Lukashenko. «Non decidono i governi chi deve partecipare alle Olimpiadi», la dura risposta di Bach. Che secondo Der Spiegel ha scritto ai comitati olimpici dei 36 chiedendo di lavorare in direzione opposta a quella richiesta di Zelensky, e ha contestato la ricostruzione sull'unanimità al no ai russi.
La partecipazione alla riunione del nostro ministro dello sport Abodi pone anche l'Italia di fronte a un bivio: da una parte l'appoggio politico a Kiev, ribadito in queste ore; dall'altra la neutralità pacifista propria dell'olimpismo. «Ho ascoltato le posizioni di Zelensky e di alcuni colleghi presenti - così Abodi -. È un tema talmente delicato che va oltre lo sport e sul quale devo confrontarmi con il presidente del Consiglio Meloni e con il ministro Tajani. L'Italia prenderà posizione, ma è giusto che ci sia un dialogo tra la posizione che posso tenere io in ambito sportivo e quelle che hanno la supremazia, nell'interesse nazionale, rispetto agli accordi internazionali».
Contrari a qualsiasi apertura si sono detti Regno Unito, Canada e Polonia: quest'ultima ha lanciato la controproposta di ammettere nel team rifugiati russi e bielorussi che si dichiarino apertamente contro la guerra. La Francia è incerta, gli Stati Uniti sembrano aver cambiato posizione dopo una piccola apertura a Bach. E in casa nostra c'è la posizione imbarazzata del presidente del Coni, Malagò, che è anche membro Cio: «Quello che dice Zelensky non mi permetto di giudicarlo. Bach ha già posto dei paletti alti alla partecipazione di atleti russi e bielorussi: niente bandiera e inno, da quello che si è capito non ci saranno gli sport di squadra, quasi fossero apolidi.
Noi abbiamo un problema nel problema perché siamo paese ospitante delle Olimpiadi invernali, poi più a breve ci saranno quelle di Parigi». Per le quali le qualificazioni sono già cominciate, in alcune discipline senza russi e bielorussi...
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