Furia polacca contro Mosca. Bloccata una tennista

Furia polacca contro Mosca. Bloccata una tennista
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L'ambasciatore russo in Polonia è stato convocato d'urgenza ieri presso il ministero degli Esteri di Varsavia per chiarire le parole del presidente Vladimir Putin, che aveva accusato la Polonia di meditare «piani di vendetta» e di voler rivendicare i territori dell'Ucraina occidentale, in seguito alla decisione di Varsavia di ammassare militari al confine con la Bielorussia dove agiscono ormai oltre 5mila militari del gruppo Wagner, che starebbero addestrando l'esercito di Minsk non lontano dal confine con la Polonia. Ma secondo Putin l'atto della Polonia non avrebbe un senso difensivo bensì offensivo. Durante una riunione del Consiglio di sicurezza nazionale, Putin ha accusato la Polonia di ingratitudine, ricordando che le regioni occidentali dell'attuale Polonia sono state «un regalo di Stalin» ai polacchi alla fine della Seconda guerra mondiale. Varsavia definisce queste dichiarazioni «provocatorie» e il primo ministro polacco Mateusz Morawiecki aveva risposto che «Stalin era un criminale di guerra, responsabile della morte di centinaia di migliaia di polacchi» durante e dopo la Seconda guerra mondiale. L'incontro con l'ambasciatore è stato molto breve», ha dichiarato alla stampa il viceministro polacco degli Esteri Pawel Jablonski, che ha aggiunto: «I confini tra i nostri Paesi sono assolutamente intoccabili e la Polonia si oppone a qualsiasi revisione».

Di certo non ha contribuito a stemperare la tensione tra i due Stati il fatto che le autorità polacche abbiano negato proprio ieri alla tennista russa Vera Zvonareva, 38 anni e già numero due del ranking mondiale, l'ingresso nel Paese per prendere parte al torneo Wta di Varsavia.

«Il 21 luglio la polizia di frontiera polacca ha impedito l'ingresso in Polonia alla tennista russa Vera Zvonareva, che stava tentando di entrare nel nostro Paese con un visto concesso dalla Francia, tramite un volo da Belgrado», fa sapere il ministero dell'Interno di Varsavia, che ha inserito la giocatrice fra le persone «sgradite»: «La Polonia - si legge nel comunicato del ministero - si oppone fermamente al regime di Vladimir Putin e Alexander Lukashenko, non permettendo alle persone che sostengono le operazioni russe e bielorusse di entrare nel nostro Paese».

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