Fvg, Fedriga vola oltre il 57%. Il M5S in calo dalle politiche

Il Friulia Venezia Giulia volta pagina dopo i fallimenti della Serracchiani. Trionfa il centrodestra unito. M5S in estrema difficoltà: passa dal 24,6% delle politiche al 7,2%

Fvg, Fedriga vola oltre il 57%. Il M5S in calo dalle politiche

Il Friuli Venezia Giulia volta pagina. Dopo la fallimentare legislatura della piddì Debora Serracchiani, si apre un nuovo capitolo targato centrodestra. Massimiliano Fedriga, candidato leghista sostenuto da Forza Italia e Fratelli d'Italia, stra vince con il 57,1%. Il centrosinistra si ferma, con Sergio Bolzonello, al 26,8%, mentre il grillino Alessandro Fraleoni Morgera deve accontentarsi del 11,6%. Un risultato quest'ultimo che getta un'ombra sui Cinque Stelle che crollano rispetto alle politiche del 4 marzo quando avevano preso il 24,6%. Questo voto, come già quello in Molise, avrà sicuramente riflessi nel confronto - sempre più in stallo - tra i partiti politici, nella complessa ricerca di una soluzione per formare una maggioranza di governo.

Dopo la vittoria in Molise, il centrodestra mette così la bandiera su un'altra regione. La Lega risulta prima per preferenze dei votanti col 34,94%, seguita da Forza Italia al 12,07% e Fratelli d'Italia al 5,47%. Il programma di Fedriga punta su città e periferie più sicure. Dopo le politiche buoniste e lassiste della Serracchiani, il centrodestta punta a un maggiore presidio delle forze dell'ordine sul territorio. Per farlo, però, dovrà anche dare un freno all'immigrazione incontrollata che, con la sinistra al governo, è cresciuta a dismisura. Tra gli obiettivi principali inseriti nel programma ci sono poi la firma di "un patto strategico con le aziende per incentivare l'occupazione" e la riforma del sistema sanitario per "riorganizzare la rete di servizi a partire dai bisogni del paziente, con orari estesi e una migliore gestione delle emergenze" (guarda il video). Come già fatto in Lombardia, Veneto e Liguria, anche in Friuli Venezia Giulia il centrodestra punta a lavorare per una maggiore autonomia locale, aumentando il peso regionale nella gestione delle risorse, ponendo attenzione sulla tutela dell'identità dei territori e valorizzando gli enti locali.

Il voto di oggi non ha valore soltanto regionale. Ieri sera, dopo un lungo silenzio, Matteo Renzi è tornato in televisione per frenare il patto tra Maurizio Martina e Luigi Di Maio. Senza troppi giri di parole l'ex premier si è infatti detto disponibile a un confronto con il Movimento 5 Stelle ma ha escluso, nel modo più deciso, un'alleanza di governo con i grillini. Almeno a livello comunicativo, quindi, le elezioni in Friuli Venezia Giulia riattiveranno il tam tam di dichiarazioni tra i partiti e nei partiti. La forza politica più "esposta" al flusso dei commenti e delle prese di posizione, sembra essere il Pd nel quale, in vista della direzione del 3 maggio, continueranno a fronteggiarsi gli schieramenti dei favorevoli e dei contrari alla trattativa con i Cinque Stelle. Negli ultimi due anni, come fa notare il Corriere della Sera, pur guidando la Regione, il Pd ha perso tre importanti capoluoghi (Trieste, Pordenone e Gorizia) e alla roccaforte operaia di Monfalcone. Non solo. Gli iscritti al partito sono scesi da 12mila a 4.800. Un tracollo, appunto.

La scoppola peggiore, però, la prende il Movimento 5 Stelle. Se Morgera non arriva al 12%, il partito di Beppe Grillo non va molto più in là del 7,06%.

Un risultato da allarme rosso se si tiene conto che alle elezioni politiche dello scorso 4 marzo, nel Friuli Venezia Giulia, aveva portato a casa il 24,6% delle preferenze. Un crollo che riflette l'incapacità di Di Maio a trovare un alleato con cui stringere un patto e governare.

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