Benjamin Netanyahu è sempre più sotto assedio. La popolarità del premier israeliano continua a calare dallo scoppio della guerra, e molti nel paese lo ritengono responsabile di non essere riuscito a prevenire l'attacco di Hamas del 7 ottobre, dove sono state uccise 1.139 persone e rapite altre 250. Tanti sono convinti che Netanyahu continui ostinatamente nella guerra per non andare incontro alla sua fine politica e le manifestazioni che chiedono le sue dimissioni crescono di settimana in settimana. Avanzano anche la fronda interna al governo di unità nazionale e le pressioni americane. Domenica anche il vicepresidente degli Stati Uniti Kamala Harris ha criticato senza mezzi termini Israele per non aver fatto abbastanza per alleviare la «catastrofe umanitaria» a Gaza e ha chiesto una pausa prolungata nelle ostilità da attuare immediatamente, mentre l'amministrazione di Joe Biden deve far fronte a crescenti pressioni soprattutto dell'elettorato giovane e di origine musulmana. Quello della Harris è il più severo rimprovero mai rivolto da un leader di alto livello nel governo degli Stati Uniti sulle condizioni nella Striscia. «La gente a Gaza sta morendo di fame. La nostra comune umanità ci costringe ad agire», ha detto Harris durante un evento per commemorare il 59° anniversario del «Bloody Sunday» in Alabama.
I dissapori tra Washington e Tel Aviv non finiscono qui. L'ufficio di Netanyahu ha infatti smentito la notizia secondo cui Biden si sarebbe rifiutato di accettare una telefonata dal leader israeliano dopo il massacro mortale di Gaza City, dove decine di palestinesi sono stati uccisi e altre centinaia feriti mentre arrivavano i camion degli aiuti giovedì mattina presto nel nord della Striscia. A surriscaldare ulteriormente questo clima c'è il viaggio del ministro del gabinetto di guerra Benny Gantz a Washington, dove incontrerà la stessa Harris. Questa iniziativa ha fatto infuriare Netanyahu, che non aveva autorizzato la missione. Gantz vedrà anche il consigliere per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti Jake Sullivan e membri repubblicani e democratici del Congresso. I dettagli del viaggio e una conversazione telefonica presumibilmente tesa tra Netanyahu e Gantz sulla visita sono stati riportati per la prima volta dal sito Ynet.
Si ritiene che Netanyahu non fosse a conoscenza del viaggio finché Gantz lo ha chiamato venerdì per riferirgli i suoi piani. Una fonte vicina a Netanyahu ha detto che il premier «ha chiarito al ministro Gantz che lo Stato di Israele ha un solo primo ministro». Ex capo militare e ministro della difesa, Gantz è il principale rivale politico di Netanyahu nei sondaggi. Ha portato il suo Partito di Unità Nazionale al governo dopo l'attacco del 7 ottobre. Ma le grane per Netanyahu sono continue.
Secondo l'emittente israeliana Channel 14, il portavoce delle forze di difesa israeliane, il tenente colonnello Daniel Hagari, e un gran numero di alti funzionari del sistema informativo delle Idf avrebbero annunciato le loro dimissioni. L'esercito ha però negato, definendo «falsa» la notizia. Tutto ciò mentre Netanyahu ha annullato gli impegni a causa di un'influenza.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.