Gas, la Ue: "No ai rubli". Ma la metà dei big ha già il doppio conto

Eni apripista, Mosca svelerà tutti i nomi. La dipendenza dalla Russia scende al 26%

Gas, la Ue: "No ai rubli". Ma la metà dei big ha già il doppio conto

Metà dei clienti di Gazprom, che sono 54, ha già aperto il cosidetto «conto k», il conto euro-rubli. Dopo Eni che ha ufficialmente dichiarato la sua posizione rispetto al contratto di fornitura del gas russo si scoperchia il vaso di Pandora dei big player europei che, in maniera più o meno trasparente, alla fine si sono mossi come la major italiana. A parte i duri e puri (Bulgaria e Polonia), si sono allineati alla scelta che al momento non vìola formalmente nessuna norma europea, anche Francia (con Engie) e Germania (con Rwe e Uniper).

Tutti i nomi, in ogni caso, verranno fuori nero su bianco visto che ieri il vice primo ministro russo, Alexander Novak ha spiegato che «Mosca li renderà noti e che sulle 54 aziende, tra grandi, medie e piccole, che hanno contratti con Gazprom circa la metà di loro ha già aperto conti, uno in valuta estera e uno in rubli».

Nel primo viene versata la cifra dovuta in valuta estera, quindi euro o dollari, nel secondo l'importo viene trasferito dopo essere stato convertito in rubli.

I primi pagamenti dovrebbero partire proprio oggi, 20 maggio, ultimo giorno utile per onorare i contratti relativi alle forniture ricevute ad aprile. Una circostanza che ha innescato il rally del rublo sia nei confronti del dollaro (+3,3%), con un rapporto di cambio di 62,225 monete russe per biglietto verde, sia nei confronti dell'euro (+2,13%), che passa di mano a 65,9 rubli.

«L'apprezzamento dipende dai controlli sui capitali ma anche dal fatto che sul mercato c'è domanda di rubli per esigenze di pagamenti», spiega Roberto Mialich, FX Strategist di Unicredit. Tutto questo in un contesto di continua e totale incertezza europea in cui ancora ieri il presidente della Commissione Europea Ursula Von der Leyen ha dichiarato che aprire un conto in rubli «rischia di violare le sanzioni». Aprire i conti K presso Gazprombank è una scelta che a questo punto pare a maggioranza ed è stata fatta, in via cautelativa, precisando che il pagamento si intende concluso al momento del versamento del corrispettivo in euro.

Intanto, non mancano passi avanti sulle mosse per l'indipendenza energetica dalla Russia: secondo gli ultimi dati la fornitura di gas russo tramite gasdotto ad aprile è calata al 26% dei consumi di gas nell'Ue rispetto al 40% registrato ad aprile dello scorso anno. Lo ha annunciato la commissaria europea all'Energia, Kadri Simson, nel suo intervento alla plenaria del Parlamento europeo pur ribadendo che «non possiamo fare a meno da un giorno all'altro di 155 miliardi di metri cubi di gas».

Per quanto riguarda l'Italia, inoltre, il livello di riempimento degli stoccaggi italiani è salito al 45% (44,72%) contro una media europea del 40,9%. Per quanto riguarda i principali paesi europei, in Germania, che ha la maggior capacità di stoccaggio in Europa davanti all'Italia, il livello di riempimento è del 42,32%. In Francia si attesta al 43,55%.

Per quanto riguarda il gas in entrata nel sistema italiano ieri ha toccato 230 milioni di

metri cubi a fronte di una domanda di 138 milioni, con circa 95 milioni destinati a iniezione negli stoccaggi. Mazara del Vallo, entry point del gas algerino, è la prima fonte di importazione con 55 milioni di metri cubi.

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