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Genitori divisi in Regioni diverse. Caos tribunali sull'affido dei figli

Il Dpcm non chiarisce i dubbi sulla gestione dei minori di coppie separate. Così vale l'interpretazione dei giudici

Genitori divisi in Regioni diverse. Caos tribunali sull'affido dei figli

Trovare risposte certe in tempo di coronavirus: è questo l'ostacolo principale per molti italiani alle prese con dubbi e interpretazioni dei decreti emanati dal governo. Se poi, come nel caso di Alberto (nome di fantasia) è un padre separato con i figli che vivono in una regione diversa dalla sua, allora la ricerca di chiarezza diventa una vera e propria Odissea.

La sua situazione non è mai stata facile, con due figli piccoli che da qualche anno si sono trasferiti con la madre in Trentino. «Non sono uno di quei genitori assenti, anzi. Mi sono battuto perchè il mio diritto alla genitorialità venisse rispettato e ho ottenuto la possibilità di stare con loro 13 giorni al mese. Ovviamente per fare questi viaggi continui ho affittato anche una casa». Sforzi e sacrifici continui per garantire ai piccoli continuità. Fino a quando è arrivato il virus a stravolgere ulteriormente le carte. E il 18 febbraio Alberto li saluta per l'ultima volta.

«Fin dall'inizio dell'emergenza, in accordo con la mamma, ho rinunciato alle visite per non rischiare di essere un pericolo di contagio. Ma chi avrebbe mai immaginato che la situazione si potesse prolungare così tanto?» L'assenza di chiarezza in merito al diritto del genitore separato di poter raggiungere i figli fuori regione lascia l'interpretazione ai Tribunali del territorio e così arriva la prima brutta sorpresa. Poco prima di Pasqua, dal Tribunale di Trento arriva un provvedimento che, su richiesta della madre, gli impedisce di entrare in Trentino. «Un colpo al cuore che non mi aspettavo proprio anche perchè io sono il primo a voler tutelare la salute dei miei figli». Un decreto d'urgenza che si esaurisce con il 3 maggio, la fine della Fase 1 in cui Alberto resta ubbidiente a casa. Tutti aspettano con impazienza la Fase 2, lui non vede l'ora di poter riabbracciare i suoi ragazzi. «Non siamo mai stati così tanto distanti». Eppure la situazione non migliora. «Mentre nella Fase 1 tra le Faq c'era il quesito sono separato, posso andare a trovare i miei figli? e una risposta affermativa, in questa nuova Fase il quesito è addirittura sparito». Alberto non sa cosa fare, non ha riferimenti nè certezze. «Chiedo solo chiarimenti da cittadino, anche per anticipare un nuovo dispositivo del giudice su iniziativa della madre. Cerco garanzie per il mio diritto come padre». Alberto non rinuncia anche se molti al suo posto si sarebbero dati per vinti. «Ogni giorno controllo tra le Faq ma niente, non si fa nessun riferimento a quanti come me stanno vivendo questa situazione da incubo. Il 27 aprile scrivo perfino al presidente del consiglio Conte, al Ministro Bonafede, a Bonetti ma ad ora niente». Un padre lasciato solo con i dubbi.

«Non ci sono risposte univoche e come sempre bisogna interpretare. E i tribunali si dividono tra il diritto di visita e il diritto di salute. Ci sono orientamenti diversi, spiega l'avvocato Daniela Missaglia, da sempre in prima linea nel diritto di famiglia. Milano o Roma danno priorità al diritto di visita, altri invece no».

Come una roulette, anche in questo caso, bisogna sperare di capitare nel Tribunale «giusto». E' ancora l'esperienza dell'avvocato Missaglia che può spiegare: «Ai miei assistiti che vivono la stessa situazione, consiglio di munirsi di autocertificazioni e di una mia lettera in cui ricordo il diritto di visita, sancito dalla Costituzione, e di scaricarsi la circolare del ministero in cui si ricorda a chi controlla che la responsabilità impone anche equilibrio e l'esigenza di contenere l'impatto sulla vita quotidiana dei cittadini». Il buon senso insomma che dovrebbe incontrare chi ti sta controllando o chi meglio ancora emana un provvedimento.

Qui in Italia ci si accontenta più spesso dell'arte di arrangiarsi. Ma una risposta certa, soprattutto su temi così delicati e dolorosi si potrebbe intanto avere? I genitori separati, ma soprattutto i bambini, possibile debbano essere sempre sacrificati?

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