Germania ancora blindata. E la Merkel chiede scusa

La cancelliera: "Non siamo stati attenti sulla seconda ondata". Lockdown per le varianti

Germania ancora blindata. E la Merkel chiede scusa

Berlino. Durante la prima ondata del coronavirus la Germania dava lezioni al resto d'Europa. Dimostrando una non comune capacità di reazione, il governo di Angela Merkel aveva rapidamente fatto tesoro dell'esperienza altrui, a cominciare da quella della meno fortunata Italia, dove l'infezione era partita prima. Proteggendo i medici di base, isolando gli anziani e imponendo un lockdown meno duro di quello italiano, a inizio 2021 la Repubblica federale era riuscita a limitare il numero delle vittime. E molti in Europa si chiedevano se i tedeschi conteggiassero i morti da Covid-19 in maniera diversa dal resto del mondo. Passata l'estate, la Germania ha cambiato linea: in peggio. Contagi fuori controllo, morti in rapido aumento e ospedali prossimi al collasso hanno obbligato Merkel a istituire un lockdown severissimo: il paese ha chiuso i battenti a metà dicembre e da allora non ha più riaperto.

La seconda ondata, insomma, è stata un mezzo disastro. E Merkel ci ha messo la faccia: «Lo scorso autunno non siamo stati abbastanza attenti né abbastanza rapidi», ha affermato ieri la cancelliera davanti al Bundestag. Là dove tanti politici e amministratori in Italia e in Europa vantano i propri meriti nella lotta al contagio, la leader tedesca si è addossata la responsabilità degli errori del passato recente: «La politica ha mancato di restringere la vita pubblica in maniera sufficientemente tempestiva di fronte alla crescita dei contagi». I segnali di una nova ondata c'erano, eppure «non abbiamo bloccato la vita pubblica abbastanza in fretta nonostante gli avvertimenti degli scienziati», ha ammesso, tanto più rammaricata per essere lei stessa, con una laurea in fisica e un dottorato in chimica quantistica, scienziata di formazione.

All'autocritica Merkel ha poi aggiunto l'empatia: con un occhio alle temperature polari che da qualche giorno attanagliano la Germania, la leader del governo tedesco ha dichiarato che «questo è un inverno molto duro sia all'esterno sia nelle dentro le nostre vite». Parole usate per accompagnare quello che i tedeschi sapevano già: l'annuncio che il lockdown totale durerà almeno fino al 7 marzo. Qualche spiraglio si intravede per i parrucchieri e le scuole elementari, ma solo nei distretti dove il virus non corre più. Lo hanno deciso ieri la cancelliera e i governatori dei 16 Länder allo scopo di abbattere i numeri del contagio a un livello che permetta di riprendere il tracciamento dei contagi.

A far paura adesso sono le mutazioni del coronavirus. Così senza nulla concedere al trionfalismo, Merkel ha spiegato che, sì, i numeri sono in netto miglioramento ma «sappiamo che i pericoli della mutazione possono rovinare nuovamente i nostri successi».

Ancora una volta, la cancelliera si è dimostrata capace di intercettare i sentimenti dei suoi concittadini: secondo un sondaggio YouGov fino a pochi giorni fa il 57% dei tedeschi affermava di non credere alla promessa del governo di riuscire a vaccinare «chi lo desideri» entro il prossimo 21 settembre. Giovedì, ha rivelato Forsa, il 72% degli intervistati si è detto invece d'accordo con il prolungamento della chiusura di tutti i servizi non strettamente essenziali.

A conferma che le mutazioni sono la nuova sfida, il governo centrale ha annunciato la chiusura da domenica delle frontiere di Baviera e Sassonia. I due Länder sono già stati martoriati dal Covid: oggi Berlino vuole separarli da Tirolo e Repubblica Ceca, considerati nuovi hotspot della variante britannica del virus.

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