Mancano due settimane alle primarie che incoroneranno il prossimo segretario del Pd. A diventare il leader di ciò che resta della sinistra italiana sarà uno tra Nicola Zingaretti, Maurizio Martina e Roberto Giachetti. In base ai risultati delle primarie di circolo, il favorito resta il governatore del Lazio che al "primo turno" ha staccato di oltre 10 punti percentuali l'ex ministro dell'Agricoltura dei governi Renzi e Gentiloni. Molto staccato il candidato che, nei fatti, rappresenta quel poco di renziano che è rimasto nel partito: Roberto Giachetti, ricordato più che altro per essere stato sconfitto a Roma nel 2016 da Virginia Raggi.
Proprio Giachetti, ospite di Lucia Annunziata in "In mezz'ora in più", ha accusato i media di averlo ignorato nel periodo della campagna elettorale per le primarie. "Nell'ultimo mese e mezzo io sono stato cancellato da tutte le tv e le rubriche", ha dichiarato l'ex esponente radicale, prima di ringraziare la giornalista per "il coraggio e la professionalità" mostrate nel "chiedermi di venire. Penso sarebbe stato utile, e spero ci sarà, un confronto non solo per il Pd ma anche per la politica", ha spiegato Giachetti che ha tenuto per la seconda parte dell'intervista i temi più interessanti.
Uno su tutti il futuro di Renzi e il suo rapporto personale con l'ex presidente del Consiglio, di cui è considerato di fatto il candidato di riferimento nella corsa alla segreteria dem: "Io sono giachettiano, ma sono leale con il progetto politico di Renzi. Sono stati commessi degli errori - ha aggiunto Giachetti - ma Renzi resterà nel Pd perchè lo ha detto e ripetuto. E capiremo poi che contributo vorrà dare". "Il mio primo atto da segretario? Sarà quello di chiedere scusa a tutti i candidati delle elezioni amministrative ed europee che si trovano a dover affrontare campagne elettorali con un partito senza leadership. Cosa penso del reddito di cittadinanza? È una polpetta avvelenata. I più poveri resteranno fuori".
Come da tradizione, però, il carico da novanta Giachetti l'ha sganciato contro Massimo D'Alema, da sempre uno dei maggiori
rivali di Matteo Renzi. "Un conto sono Veltroni e Prodi, un altro è D'Alema. Se parliamo di D'Alema e degli scappati di casa che hanno contribuito a ammazzare il Pd, possono continuare a percorrere la strada che hanno preso".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.