«Sono soddisfatto di essermi vaccinato perché il vaccino nella nostra famiglia ha funzionato, abbiamo avuto sintomi blandi, l'infezione si è manifestata solo in modo lieve». Si chiama Gianfranco, dirigente 48enne di Caserta, il primo italiano che ha contratto il Covid con la nuova variante Omicron. Dal tampone di sabato sera emerge una carica virale bassissima. Il suo quadro clinico è rassicurante. Ha avuto dolori muscolari, qualche linea di febbre, un po' di mal di testa. Anche gli altri componenti della sua famiglia stanno bene. Sua moglie e una delle due signore (mamma e suocera) di 76 e 81 anni hanno poco virus in circolo, mentre la seconda si è già negativizzata. Diversa la situazione dei due figli, di 8 e 9 anni. Loro sono praticamente asintomatici e solo la bambina ha una carica virale significativa. Nessun positivo, inoltre, è stato riscontrato tra i compagni di scuola dei ragazzini, una cinquantina, tamponati due volte a 5 giorni distanza.
Il quadro epidemiologico fa ben sperare. È ottimista anche Luigi Atripaldi, microbiologo, igienista e capo del Dipartimento dei servizi diagnostici dell'ospedale Cotugno di Napoli. È lui che sabato sera ha ricevuto i campione della famiglia più seguita d'Italia. Ed è lui che oggi ci dirà se tutti i familiari di Gianfranco siano stati contagiati dalla variante Omicron. «Nella tarda serata di sabato abbiamo ricevuto sei campioni, del paziente zero e dei componenti della famiglia. Oggi avremo i risultati finali, ma dalle prime indagini sull'amplificazione, abbiamo verificato che in nessun tampone è stata rilevata la Delta». Dunque, è verosimile che Gianfranco, nei quattro giorni in cui si è riunito con la sua famiglia dopo essere tornato dal viaggio in Mozambico, abbia contagiato moglie, mamma e suocera e figli con la nuova variante. Ma con che conseguenze? «Dai primi dati clinici - commenta Atripaldi - questa variante non sembra assolutamente che dia grosse criticità nel soggetto infetto. È vero che il virus presenta oltre 32 mutazioni, ma questo non significa che sia più dannoso dal punto di vista clinico e non è detto che dia maggior problemi al paziente. Anzi, sembra il contrario: il servizio di epidemiologia segnala sintomi leggeri, solo mal di testa, qualche linea di febbre». Che tutto il mondo abbia preso un grosso abbaglio, abbia esagerato a blindare frontiere e a far crollare le Borse? O siamo di fronte ad un paradosso? «Il virus si trasforma - aggiunge l'esperto - ma potrebbe addirittura autolimitarsi e la nuova variante potrebbe essere meno critica di quelle che ci sono in circolazione. In pratica, Omicron potrebbe essere più contagiosa, ma meno aggressiva e pericolosa. E se spazzasse via la Delta non sarebbe affatto un danno». Ovviamente è troppo presto per tirare conclusioni. Ma secondo il microbiologo «si sta creando allarmismo ingiustificato ancor prima di verificare quali siano gli effetti reali di questa variante sui soggetti vaccinati».
Sembra, dunque, che grazie alle due dosi del vaccino (non modificato) i quattro adulti abbiamo retto benissimo l'urto della nuova variante. È vero, si sono infettati, ma con sintomi che ricalcano quelli delle nuove infezioni dei «vecchi» vaccinati con due dosi: raffreddore, mal di testa indolenzimento muscolare. Inoltre, anche la Delta provoca contagi a catena, in famiglia come negli uffici e tutti tra persone vaccinate. Da qui emerge che la vaccinazione diventa quasi un salvavita: chi la rifiuta finisce in ospedale e in terapia intensiva. Chi ha due dosi si infetta e sta a casa in quarantena con pochi sintomi. La terza dose dovrebbe anche spezzare la catena dei contagi tra i vaccinati visto che il booster innalza le difese immunitarie oltre la soglia del 90%.
Gianfranco, il nostro paziente zero, era stato vaccinato con Astrazeneca e la seconda dose di Pfizer l'aveva ricevuta a giugno scorso. Dopo cinque mesi la sua immunità era in discesa. Non sarà stato per questo che è stato contagiato con la variante Omicron?
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