Meloni: "Ok all'unità di crisi, ma rifiuto un governissimo"

La leader di Fratelli d'Italia avverte: "C'è un problema di comunicazione. Finita questa fase terribile, i cittadini dovranno scegliere a chi affidarsi"

Meloni: "Ok all'unità di crisi, ma rifiuto un governissimo"

Fratelli d'Italia continua a ribadirlo: va bene collaborare, ma non diventi un pretesto per porre le basi in vista di un maxi inciucio. A ribadire la posizione è stata Giorgia Meloni, intervenuta per precisare l'azione del suo movimento: "Per collaborare non abbiamo bisogno di poltrone. E forse ora non c’è neanche il tempo né la possibilità di metterci a fare una lista di ministri, di gabinetti, di deleghe e via discorrendo. Insomma, non c’è il bisogno di un governo di unità nazionale". Infatti la richiesta è quella di avere voce in capitolo, anche se non si può essere fisicamente presenti nelle stanze delle decisioni. Come? Istituendo un luogo permanente di confronto: "Si crei una unità di crisi parlamentare, un organismo - che può essere perfino la conferenza dei capigruppo, magari allargata - dove si possa fare il punto, nella quotidianità".

L'ipotesi però potrebbe anche essere quella di unirsi tutti perché l'impresa per ricostruire l'Italia sarà davvero ardua: "La ricostruzione e il rilancio del Paese non sarà questione di mesi, ma di qualche anno". Perciò ha precisato che, una volta termina questa fase emergenziale, "non si potrà continuare con la melassa, perché si tornerà alla politica, alle diverse visioni che andranno confrontate e illustrate ai cittadini che poi dovranno scegliere e dare a chi governerà un mandato lungo, stabile, certo, di cinque anni".

"Problema di comunicazione"

L'esecutivo chiede responsabilità e il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha sottolineato la necessità della "stessa unità del dopoguerra": la leader di FdI ha detto che "la responsabilità e la disponibilità" hanno sempre caratterizzato le sue decisioni. Fratelli d'Italia fin da subito aveva chiesto il lockdown totale, l'incremento da 6 a 30 miliardi per i primi interventi economici, una legge per l'estensione del golden power dello Stato su società strategiche, misure a tutela dei disabili e premi a chi in questi giorni è costretto a lavorare: "Diciamo che poi le nostre idee sono un po’ modulate a loro piacimento. Nell’incontro di lunedì Conte ci ha detto che possiamo fare emendamenti ma solo a saldi invariati".

Con queste scelte si stanno inevitabilmente limitando le libertà personali dei cittadini con dei decreti del presidente del Consiglio dei ministri: "Non è meglio avere condivisione, appoggio del Parlamento quando si compiono scelte così gravi?". Le Meloni infine, nell'intervista rilasciata al Corriere della Sera, ha esposto che "c'è un problema di comunicazione e uno di visione" e soprattutto ha criticato il Cura Italia definendolo un "mero cerotto" spiegato sabato sera alle ore 23.

20: "Non si può rischiare la desertificazione del sistema produttivo non dando prospettive chiare agli imprenditori, non premiando chi invece di chiudere resiste. Di questi temi vogliamo parlare, questi problemi vogliamo aiutare a risolvere. Se ci mettono in condizione di farlo".

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