"Sappiamo poco in realtà del mondo vivendo la sua metamorfosi. Tutto è sfumato, tutto è sfumatura. Anche la pedofilia". È il commento, ambiguo, pubblicato su Facebook dal giornalista e caporedattore de L'Espresso, Marco Pacini. Il riferimento del giornalista, esplicitato dalla foto a corredo del messaggio, è alla bimba tenuta in braccio da Matteo Salvini durante la festa di Pontida di domenica scorsa. Pretesto usato sui social per attaccare il segretario leghista, accusato di volere strumentalizzare i bambini a fini politici. Subito sembrava che la bimba fosse coinvolta nel caso di Bibbiano, ma in realtà la piccola era stata strappata - e successivamente riaffidata - a una famiglia lombarda. Al coro di critiche nei confronti di Salvini si è unito anche Pacini. La cui uscita imbarazzante e diffamatoria ha fatto presto il giro della rete, raccogliendo in cambio insulti e - dice lui - minacce di morte.
Poche ore dopo, il giornalista ha fatto dietro-front. Sempre su Facebook, come prima cosa Pacini ha precisato: "Sia chiaro - ha scritto in maiuscolo - non ho dato del pedofilo a Salvini". Quindi la spiegazione: "Ho eliminato il post per una scelta adottata fin dall'attivazione dell'account: sono legati a un momento, non si delega la memoria. Da diverse ore sono sommerso da insulti pesanti e auguri di pronta dipartita. E rileggendolo posso in parte capirlo, perché in sostanza avrei dato del pedofilo a Salvini. Naturalmente - chiarisce Pacini - non era questo il significato di quelle parole. La parola (ripetuta) 'sfumatura"'dovrebbe essere l'indizio per una corretta interpretazione: l'estensione - puntualizza il giornalista - se vogliamo provocatoria e iperbolica, della parola "pedofilia" a qualsiasi comportamento che sfrutti un bambino o bambina. Si tratti di Salvini o di chiunque altro".
Poi, dopo le scuse a Salvini e a "tutti i suoi elettori urtati nella loro sensibilità", Pacini ringhia: "Resto dell'idea che quel gesto del leader leghista a Pontida rappresenti l'ennesimo segnale di un
degrado politico, morale e civile di cui purtroppo il leader di un partito che raccoglie più di un terzo del consenso degli italiani votanti è il principale attore". Insomma, è sempre colpa di Salvini.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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