Paliano (Frosinone) «Mio figlio non è morto invano se voleva salvare un amico» ripete il papà di Willy. Armando Duarte stringe a sé la moglie Lucia e la figlia Milena. «T'hanno picchiato quando eri a terra, indifeso. Chissà quanto hai sofferto» gli dice la mamma abbracciandolo nella camera ardente. «Angelo, non ti dimenticheremo mai» ripetono gli amici che gli hanno portato l'ultimo saluto al policlinico di Tor Vergata, dove si è svolta l'autopsia di Willy. Con loro i genitori, la sorella minore e un cugino. Un dolore composto quello della famiglia di Willy Monteiro Duarte, 21 anni appena, pestato a sangue a Colleferro da una banda di balordi, «picchiatori di professione». Il campo sportivo comunale di Paliano, appena 1300 posti, non riesce a contenere la folla che vuole assistere alle esequie del giovane assassinato. Alle 8,30 del mattino c'è una coda di auto lungo la via Palianese che porta al piccolo paese sui monti Lepini. All'ingresso del campo sportivo termometri per misurare la temperatura e mascherine per tutti. Alcuni parenti, un cugino del papà e uno zio, non riescono ad avvicinarsi al palco allestito per la funzione. Tutti rigorosamente con maglia o camicia bianca, il colore della purezza e della gioventù ma anche del lutto per i capoverdiani, come ha chiesto la famiglia. Niente foto o riprese per i giornalisti, assiepati in un campo vicino. E centinaia di ragazzi con «Ciao Willy» scritto sulle maglie. Poco dopo le 10 arriva il feretro dalla capitale e parte un lungo applauso. «Chiediamo a Dio anche la forza per saper un giorno perdonare chi ha compiuto l'irreparabile. Perdonare ma anche chiedendo che essi percorrano un cammino di rieducazione secondo quanto la giustizia vorrà disporre e in luoghi, come ad esempio le carceri, che devono essere ambienti di autentica riabilitazione» dice il vescovo di Tivoli e Palestrina, monsignor Mauro Parmeggiani, durante l'omelia preceduta da un minuto di silenzio. «Un fatto esecrabile che stamane ci vede riuniti insieme e per il quale il nostro cuore è profondamente scosso e colpito» continua monsignor Parmeggiani. «Un ragazzo con la passione per lo sport ma senza fanatismi, nel rispetto per gli altri. Impegno che, lungi da quegli atteggiamenti di indifferenza che spesso chi si dice adulto assume, lo ha portato nella notte tra sabato e domenica scorsa a intervenire a favore di un amico per sedare una lite e perdere la vita in quella forma grande che Gesù ci ha insegnato nel Vangelo. Non c'è amore più grande di questo, dare la vita per gli amici. Perché la morte barbara e ingiusta di Willy non cada nell'oblio impegniamoci tutti, senza volgere lo sguardo altrove fingendo di non vedere, a riallacciare un patto educativo a 360 gradi. Il nostro impegno per umanizzare il mondo oggi è fallito» chiude il vescovo. Una militanza nella ASD Paliano calcio quando era studente all'alberghiero, Willy non nascondeva la sua grande passione per la AS Roma. E ieri al suo funerale c'era anche l'ex campione della stagione '82-'83 Bruno Conti, che ha portato la sua maglia autografata. «Abbiamo giocato a pallone per anni io e Willy. L'ho visto per l'ultima volta venerdì, abbiamo bevuto assieme l'ultimo bicchiere.
Quando ci siamo salutati mi ha detto: Ti vengo a prendere lunedì e andiamo in palestra insieme». «Un bravo ragazzo - raccontano gli amici - gli potevi raccontare tutto. Aveva un sorriso...». A salutare la partenza del corteo funebre palloncini bianchi volati in cielo.
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