Unioni civili, Giovanardi: "È il mercato del seme" Maggioranza a rischio

Il ddl sulle unioni civili mette in crisi i rapporti tra Ncd e governo. Gli alfaniani: "Non era nel programma, Renzi si ricordi che senza di noi non ha i numeri"

Unioni civili, Giovanardi: "È il mercato del seme" Maggioranza a rischio

“Con il testo del governo si rischia il mercato del seme”. Il senatore Ndc Carlo Giovanardi, dalle pagine di Repubblica, si dice pronto a dare battaglie sulle unioni civili.

Un tema questo che potrebbe mettere a rischio la vita dell’esecutivo. “Non fa parte del programma di governo. Ricordo – dichiara Giovanardi - a Renzi che questo è un governo di coalizione. E senza il nostro apporto non ha più la maggioranza”. Senza minacciare eventuali crisi anche Angelino Alfano, intervistato dal Corriere, ribadisce che Ncd si sente libera di non votare il ddl Cirinnà ma sul tema Giovanardi è inflessibile. Se passasse “Un minuto dopo non gli voterei la fiducia. Non si può pretendere che io faccia scelte totalmente in contrasto con la gerarchia dei valori a cui mi sono sempre riferito”. Per il senatore alfaniano “Queste sono ‘unioni incivili’. Incivili perché si scrive in maniera tale da aprire alle adozioni e alla politica dell’utero in affitto. Dunque, privando il diritto dei bambini di avere un padre e una madre”. Tesi respinta dalla stessa relatrice del testo Monica Cirinnà che si dice pronta a dialogare “a patto che fermino l’ostruzionismo” perché “la cosa di cui parla Giovanardi si chiama ‘gestione per altri’, la cosiddetta Gta. Che in Italia è vietata e resta vietata. Il mio testo non modifica in nulla la legge 40. Di cosa parla costui?”. Due posizioni del tutto inconciliabili.

La senatrice Pd difende il testo perché si basa sull’articolo 2 della Costituzione e non sul 29, quello riguardante il matrimonio ma per Giovanardi si tratta solo di un dettaglio. “Nel testo Cirinnà – è la replica conclusiva si è scritto unioni civili ma si legge matrimonio. E non lo dice solo Giovanardi. Lo ha detto anche Cesare Mirabelli, presidente emerito della Corte Costituzionale”.

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