Mentre il Senato impallinava Matteo Salvini, al termine di un processo farsa durato tutta la giornata, i banchi del governo erano penosamente vuoti. Hanno preferito non guardare negli occhi il leader leghista mentre la maggioranza armava i pm di Palermo. Forse perché avrebbero provato imbarazzo. Alcuni di loro, infatti, avevano controfirmato fino all'ultimo le misure messe in atto dall'allora capo del Viminale per fermare gli sbarchi degli immigrati clandestini e i soccorsi pilotati delle Ong internazionali. Di sicuro lo aveva fatto il premier Giuseppe Conte che di quanto accadeva al largo dei porti italiani veniva costantemente informato dagli uffici del ministero dell'Interno. E che dire di Luigi Di Maio che aveva uno dei suoi fidati al dicastero che gestiva proprio quei porti? Ora se ne lavano tutti le mani e scaricano ogni responsabilità sul Capitano. Con la stessa nonchalance voltano le spalle ai decreti Sicurezza da loro stessi votati e, dopo l'accordo trovato ieri, disposti ad affossare senza farsi troppi problemi di coscienza.
La nuova linea dell'esecutivo Conte, imposta dal Partito democratico a un Movimento 5 Stelle più debole che mai, sposa in toto l'ideologia dei "talebani" dell'immigrazione: porti aperti a clandestini e navi delle Ong. Il problema è che i giallorossi hanno deciso di forzare la mano in un momento molto delicato per il Paese. Ci troviamo, infatti, a combattere contro la possibilità di una seconda ondata di Covid-19 e ad affrontare una crisi economica senza precedenti. Sui giornali promettono tutti misure per fermare gli sbarchi. Nei fatti, poi, fanno l'esatto opposto. Lo dimostrano, per esempio, gli arrivi a Lampedusa proprio mentre il ministro dell'Interno Luciana Lamorgese si trovava sull'isola. O i clandestini potenzialmente infetti parcheggiati in alberghi, agriturismi o comunque strutture non controllate. Le fughe da questi centri dimostrano la totale incapacità (o il preoccupante disinteresse) del governo a proteggere i propri cittadini. Succede quindi che, in barba alla legge e al buonsenso, si permette a un gruppetto di migranti tunisini sorridenti, con tanto di cappellino di paglia calcato sul capo e un barboncino portato al guinzaglio, di sbarcare tra i flash dei presenti attoniti. Immagine perfetta di un Paese dai confini colabrodo in cui la maggioranza di sinistra processa il leader del maggior partito d'opposizione per aver sbarrato la strada a una nave che non aveva il diritto di entrare in un porto italiano. Situazione fotocopia in cui si è trovata invischiata anche la Lamorgese quando, nell'ottobre dell'anno scorso, ha tenuto in rada la Ocean Viking per undici giorni. Per lei nessuno ha sollevato alcuna obiezione.
Mentre i giallorossi perdono tempo a processare Salvini in Aula, gli sbarchi continuano a crescere. I dati di questo mese sono allarmanti, probabilmente i peggiori degli ultimi tre anni. L'aumento degli arrivi supera il 400 per cento. E pensare che solo un anno fa, grazie al pugno duro di Salvini, avevamo a che fare con numeri prossimi allo zero. Oggi, in una intervista al Corriere della Sera, Di Maio, costretto oggi ad appoggiare una linea diametralmente opposta a quella sposata quando era al governo con la Lega, torna a proporre un approccio "pragmatico e concreto" al problema. Come se questo può accadere quando ti trovi a dover affrontare un'emergenza come quella dell'immigrazione clandestina con la sinistra. Da quando il Pd è arrivato al governo, ha un solo chiodo fisso: abbattere i decreti Sicurezza. È diventata la loro ragione di vita. Un po' come lo era stato lo ius soli durante la precedente legislatura. Sulla cittadinanza facile agli stranieri hanno già sbattuto il muso contro il muro. Adesso sembrerebbe che siano riusciti a strappare ai Cinque Stelle il superamento dei due dl Salvini.
Entro la fine dell'anno saranno carta straccia e le Ong potranno tornare a fare alla luce del sole quello che negli ultimi mesi non hanno mai desistito dal fare: traghettare clandestini da una sponda all'altra del Mediterraneo. Nel frattempo il governo continuerà a farsi prendere in giro dai migranti che se ne infischiano della quarantena e mettono a rischio la salute di un Paese intero.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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