Adesso Salvini studia la mossa per far processare anche Conte

Il Senato ha dato l’ok al processo al leader leghista per il caso della Open Arms. Ma l’ex ministro non molla e contrattacca: vuole portare il premier in tribunale

Adesso Salvini studia la mossa per far processare anche Conte

Come da pronostico, nel tardo pomeriggio di ieri l’aula di Palazzo Madama ha dato il via libera all’autorizzazione a procedere chiesta dal tribunale dei ministri di Palermo contro Matteo Salvini, finito nel mirino dei magistrati per il caso della nave Open Arms. Con 149 voti, il Senato ha respinto la richiesta della giunta per le immunità che chiedeva di non procedere contro l’ex ministro dell’Interno, e a sinistra è scoppiata la festa.

Quella di ieri è stata una giornata lunga e difficile. In mattinata il capo politico della Lega si è difeso con orgoglio nell’emiciclo, ricordando come nell’agosto del 2019 – poco prima che finisse l’esperienza del governo gialloverde – pensò semplicemente a difendere i confini italiani dalla Ong spagnola, che aveva caricato a bordo migranti recuperati al largo delle coste della Libia.

"In quel tribunale ci vado a testa alta e con la schiena dritta", così ha concluso il proprio discorso Salvini, già sicuro che il Senato lo avrebbe mandato a processo. E infatti una manciata di ore più tardi la ghigliottina della sinistra è arrivata puntuale, anche coi i voti di Renzi e dei renziani, che nei mesi scorsi si erano detti contrari a processo. L’ennesima giravolta, insomma.

E così Salvini, dopo il processo per sequestro di persona per il caso della nave Gregoretti – l’udienza preliminare del dibattimento è stata fissata al 3 ottobre – dovrà subire un altro procedimento, sempre per sequestro di persona. Reato che prevede una pena massima fino a 15 anni di reclusione. Secondo i 149 senatori che lo hanno mandata a processo, all’epoca dei fatti non agì per interesse nazionale, bensì per scopi delittuosi.

Non ci vuol molto a capire che si tratta di un processo politico per tagliare fuori il numero uno del Carroccio dalla contesa politica. "Contro di me festeggiano i Palamara, i vigliacchi, gli scafisti e chi ha preferito la poltrona alla dignità. Sono orgoglioso di aver difeso l'Italia: lo rifarei e lo rifarò, anche perché solo in questo luglio gli sbarchi sono sei volte quelli dello stesso periodo di un anno fa, con la Lega al governo. Vado avanti, a testa alta e con la coscienza pulita, perché ho fatto il mio dovere con determinazione e buonsenso.

Non ho paura, non mi farò intimidire e non mi faranno tacere: ricordo che per tutti i parlamentari, presto o tardi, arriverà il giudizio degli elettori", è stato il commento a caldo di ieri di Salvini, che da oggi studia come portare con sé in tribunale anche chi avallò le sue decisioni sulla Open Arms: su tutti, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte.

Non a caso l’unica astenuta di ieri a Palazzo Madama – la grillina Tiziana Drago – ha parlato di "corresponsabilità del governo Conte Uno in quella vicenda". Ecco, allora servita la correità dell'eventuale reato ed è proprio questa la carta che il segretario della Lega vuole giocarsi: far processare anche l’inquilino di Palazzo Chigi. E magari anche gli allora responsabili del Mit e della Difesa, Danilo Toninelli ed Elisabetta Trenta. D’altronde, se la decisione di non far attraccare subito la Open Arms fu una scelta del governo, perché dovrebbe pagare solo Salvini e non il premier?

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