Giustizia per la strage di Cutro. Scafisti stangati col nuovo reato

Condannati a 16 e 11 anni due pakistani e un turco. La sentenza: i tre mercanti di uomini hanno causato la morte dei clandestini

Giustizia per la strage di Cutro. Scafisti stangati col nuovo reato
00:00 00:00

Si chiude il cerchio per i sei scafisti del caicco naufragato a Cutro. Ieri il Tribunale di Crotone ha condannato gli ultimi tre componenti dell'equipaggio, confermando l'accusa di far parte dell'equipaggio della barca protagonista del disastro del 26 febbraio 2023 in cui morirono 94 persone, 35 delle quali minori.

Alla sbarra c'erano i pakistani Hasab Hussain e Khalid Arslan, rispettivamente 22 e 26 anni, e il turco 51enne Sami Fuat. Per tutti l'accusa era quella di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, naufragio colposo e morte come conseguenza del favoreggiamento dell'immigrazione, quest'ultimo reato introdotto dal decreto Cutro. I tre sono stati assolti dall'accusa di naufragio colposo (non essendo al comando del caicco), ma sono stati giudicati invece colpevoli dal tribunale per gli altri capi d'imputazione, e condannati rispettivamente a 16, 11 e 16 anni, contro una richiesta del pm Pasquale Festa che era stata più severa per i due pakistani (18 e 14 anni, oltre a 4,5 e 3,6 milioni di euro di multa rispettivamente) e più lieve per Fuat (per il quale Festa aveva chiesto «solo» 11 anni e 2,7 milioni di multa). I due pakistani sono scoppiati in lacrime alla lettura della sentenza: sono stati i sopravvissuti alla tragedia a indicarli come gli «interpreti» del gruppo e i «responsabili» del carico umano. E in particolare il più giovane, Hussain (che si era finto minore al momento del fermo), secondo il pm sarebbe stato l'organizzatore del tragico viaggio, e forse non solo di quello, visto che nel suo telefono gli inquirenti hanno ritrovato 74 foto di documenti di identità e anche transazioni bancarie relative a persone sbarcate in Italia in precedenti occasioni. Insomma, anche se la loro responsabilità non è quella di aver cagionato il naufragio, la sentenza li considera parte organica dell'equipaggio del caicco. Stessa decisione, come detto, per il turco Fuat, che pure secondo i suoi legali sarebbe solo un dissidente in fuga dal Paese di Erdogan. Per il pm Festa è invece assodato che fosse a bordo del caicco già giorni prima di aver caricato i migranti, partendo poi con il resto dell'equipaggio per dare il cambio all'imbarcazione originaria, che dopo aver preso il largo dalle coste dell'Anatolia era finita in avaria. Così il «Summer Love» l'aveva soccorsa, caricando le centinaia di migranti per proseguire il viaggio e avviando il disastroso epilogo.

Insomma, come aveva spiegato il pm nella sua requisitoria, poco più di un mese fa, se per scafista si intende il comandante della nave i tre condannati di ieri non saranno scafisti, «ma hanno avuto un ruolo attivo nella gestione dei passeggeri del caicco naufragato a Cutro», ruolo confermato da almeno 19 testimonianze e che è costato caro soprattutto ad Arslan, l'unico del gruppo che quel viaggio l'avrebbe pagato di tasca propria, iniziandolo come semplice passeggero prima di decidere però di fare da interprete e di tenere l'ordine tra i migranti, agevolando così l'organizzazione.

Oltre ai tre condannati ieri, a completare il resto dell'equipaggio erano altre tre persone. Il primo era il «capitano», Guler Bayram, 35enne turco, l'unico del gruppo a essere morto nel naufragio insieme alle decine di migranti. Il secondo è il 26enne siriano Mohamed Abdessalem, che si alternava con Bayram al timone e che sarebbe stato al comando quando il caicco si schiantò sulla secca.

Il tribunale di Crotone lo ha condannato a 20 anni a luglio scorso. E a 20 anni, con rito abbreviato, è stato condannato a febbraio anche il «meccanico» della Summer Love, Gun Ufuk, 29 anni, turco: anche lui aveva, invano, sostenuto di essere in fuga dal Paese di Erdogan.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica