Inflazione, tregua fiscale, codice degli appalti, Pnrr. Ma anche post pandemia, guerra e piccole e medie imprese strangolate. «Tutto ciò ha colpito maggiormente le realtà di piccole dimensioni con un allargamento della forbice sociale», dice al Giornale Marcella Caradonna, presidente dell'Ordine dei commercialisti di Milano. «In più occasioni abbiamo richiamato l'attenzione sulla gravità della situazione e sull'esigenza di trovare soluzioni per favorire il ritorno alla normalità».
Tregua fiscale: cosa ne pensa?
«Non possiamo che vederla favorevolmente, ma crediamo indispensabile - come aveva richiesto a suo tempo anche il nostro Consiglio Nazionale - anche l'introduzione di misure di estinzione dell'azione penale per condotta riparatoria, relativamente a fattispecie non fraudolente per i contribuenti che si avvalgono delle opportunità offerte dalla tregua».
Se ne era parlato nella legge di Bilancio...
«Confidiamo che sia assunta a breve in un altro provvedimento, perché non prevedere un intervento anche in ambito penale, ovviamente per comportamenti non fraudolenti, pare un reale controsenso in relazione agli obiettivi della tregua».
Codice degli appalti e Pnrr. A che punto siamo?
«La parola chiave deve essere semplificazione e, devo dire, nello schema mi pare emerga con evidenza lo sforzo di conciliare questa esigenza con le doverose tutele per evitare patologie come la corruzione e le infiltrazioni mafiose».
Quali sono le vostre proposte?
«Come Ordine di Milano abbiamo organizzato un convegno per il prossimo 3 febbraio, al quale parteciperanno anche il ministro Matteo Salvini ed il sottosegretario Alessandro Morelli e sono fiduciosa che ascolteranno con attenzione le nostre riflessioni
Ce ne anticipi una...
«Vorremmo che ci fosse la possibilità di partecipare alle gare anche per aziende in difficoltà, ma che hanno usufruito di uno dei percorsi di risanamento previsti dal nuovo codice della crisi d'impresa. Sarebbe un segnale di concretezza della volontà di supportare le imprese in difficoltà».
In tema di crisi d'impresa c'è stata una riforma...
«Sì, impostata in un'ottica di salvaguardia del valore economico e sociale delle imprese ed in questo senso si segna un'importante svolta culturale. Esistono però diverse criticità che vanno affrontate e che rischiano di ottenere l'effetto contrario rispetto alla volontà di venire incontro al tessuto economico e sociale».
Per esempio?
«Come Ordine abbiamo chiesto la modifica dei parametri di fallibilità delle imprese, oggi non coerenti con la realtà ed il rinvio di alcune previsioni del codice della crisi, come le segnalazioni che i
creditori istituzionali devono fare nel caso in cui rilevino un debito scaduto (come previsto dall'articolo 25 novies D.lgs 14/2019), che rischiano di avere un effetto devastante in un periodo complesso come quello che viviamo».
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