Il Def dovrebbe essere varato oggi. Palazzo Chigi ha convocato la cabina di regia questo pomeriggio alle 15.30, successivamente si riunirà il Consiglio dei ministri per il via libera al nuovo quadro programmatico con le stime su crescita e conti alla luce della crisi ucraina. Ieri l'Istat ha fornito i dati definitivi sul Pil 2021 la cui crescita è stata confermata al +6,6% e di conseguenza anche il deficit è rimasto al 7,2% del prodotto interno lordo. Le entrate fiscali hanno registrato un surplus di 15 miliardi rispetto alle precedenti stime e questa situazione allarga i margini di manovra per uno scostamento che consenta di varare ulteriori misure contro l'impennata dell'inflazione, soprattutto in ambito energetico. Un «tesoretto» che la parte sinistra della maggioranza vorrebbe già devolvere in qualsiasi modo.
Ma prima di addentrarsi nelle diatribe politiche, è opportuno ricapitolare lo stato dell'arte. L'obiettivo prioritario del premier Draghi e del ministro dell'Economia Franco, infatti, è confermare il percorso di riduzione del debito intorno al 150% del Pil quest'anno anche con una crescita che al momento si prevede tra il +2,7 e il +2,9 per cento, salvo sorprese al ribasso dell'ultim'ora. La Nadef fissava l'obiettivo 2022 del debito/Pil al 150,4% con un deficit/Pil tendenziale al 5,6. Stante l'attuale contesto, non ci possono essere scostamenti significativi. Qualche decimale di punto dovrebbe (5 al massimo pari a 8-9 miliardi) dovrà bastare. Sommandovi le maggiori entrate fiscali ci si avvicina a 25 miliardi, ma di questi una ventina è già impegnata per i ristori varati in precedenza. Resterebbero, pertanto, 4-5 miliardi per le nuove misure temporanee di sostegno.
Ed è su questo terreno che si è innestata la polemica politica. Pd e M5s vedrebbero di buon grado uno scostamento di 20-30 miliardi (cioè l'1,2-1,6% del Pil) contro il caro vita. «Pensiamo di poter avere uno spazio per un intervento di tipo espansivo», ha chiosato il viceministro pentastellato dell'Economia, Laura Castelli. Il capodelegazione grillino, il ministro delle Politiche Agricole Patuanelli, proporrà di incrementare al 25% la tassazione sugli extraprofitti delle società energetiche per aumentare le risorse disponibili. E che servano grandi numeri è la convinzione condivisa anche da Pd e Leu. «Nei prossimi mesi ci sarà bisogno di concentrare la nostra attenzione, soprattutto sulle imprese più colpite dall'aumento dei prezzi e dalla carenza di materie prime e continueremo a sostenere le fasce più deboli», ha sottolineato il sottosegretario al tesoro, Maria Cecilia Guerra. La sintesi nelle parole del responsabile Economia del Pd, Antonio Misiani. «Entro aprile sia necessaria una vera e propria manovra di bilancio infra annuale», ha detto. Il leader leghista Matteo Salvini ha escluso «tagli per il sociale». Il viceministro dello Sviluppo, Gilberto Pichetto (Fi), ha predicato cautela. «L'extradeficit è una valutazione da fare con il concorso dell'Ue. Non dimentichiamo che significa limitazione di investimenti, creare dei problemi sul futuro», ha chiosato.
Intanto, ieri è partita in commissione Finanze la votazione sulla delega fiscale.
Sestino Giacomoni (Fi) ha spiegato che gli azzurri e la Lega hanno chiesto che siano resi vincolanti i pareri delle commissioni parlamentari sui decreti attuativi, come prevede un emendamento dei due gruppi di centrodestra.
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