Correzioni da apportare? Dubbi? Falle? Incongruenze? Parametri da sistemare? Niente di tutto ciò: l'ultimo Dpcm è perfetto e quindi non merita di essere rivisto. In pratica deve rimanere così com'è. A sostenerlo a gran voce è il governo, che smentisce la possibilità di dare vita a un nuovo decreto per superare quello attuale. "Non si tocca, rimane com'è perché sta funzionando", fanno sapere fonti qualificate dell'esecutivo al termine del vertice a Palazzo Chigi tra il premier Giuseppe Conte e i capi delegazione delle forze di maggioranza. Le stesse fonti tengono a sottolineare che per il momento vengono escluse "nuove misure di carattere nazionale". E quindi, per adesso, niente lockdown generalizzato così come paventato nei giorni scorsi.
A smentire l'ipotesi di una serrata totale è stato anche Pierpaolo Sileri, che si direbbe favorevole a un "dentro tutti" solamente se i prossimi dati dovessero mostrare in tutte le Regioni una diffusione estrema del Coronavirus e una seria e allarmante situazione dei posti letto: "Con 21 sistemi regionali rossi è chiaro che è un lockdown nazionale, ma è francamente molto improbabile". C'è da aspettarsi che nelle prossime ore alcune Regioni possano determinare un innalzamento del loro livello di guardia. Comunque il viceministro della Salute ha ribadito che se dei territori mostrassero un miglioramento nell'andamento dei dati allora "potrebbero retrocedere in senso positivo ad un colore più leggero e quindi a un rischio minore".
Nuovo Dpcm? Quella "data rossa"
Oggi arriverano i nuovi numeri dalle Regioni, domani ci sarà l'elaborazione e venerdì si procederà alla valutazione finale che potrebbe determinare alcuni passaggi alle aree "arancione" e addirittura "rosse". Gli step graduali sono stati confermati dallo stesso presidente del Consiglio, che nei prossimi giorni potrebbe essere chiamato ad esprimersi su un secondo lockdown esteso sull'intero territorio nazionale. L'opzione viene al momento smentita, ma bisogna tenere d'occhio quella data che potrebbe far scattare la serrata: domenica 15 novembre.
Se tra quattro giorni la curva epidemiologica non dovesse invertire la rotta, l'ipotesi più probabile sarebbe far rientrare tutte le Regioni nella "zona rossa". E potrebbe essere necessario partorire un altro Dpcm, ad esempio per rivedere l'elenco dei negozi aperti e chiudere le attività momentaneamente salve. Tuttavia il parere degli esperti infonde ottimismo.
"Quell'accelerazione marcatissima delle scorse settimane è venuta meno, c'è una decelerazione che è il frutto delle misure già poste in essere", ha affermato ieri Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di sanità. La trasmissibilità attuale mostra un rallentamento della curva: "Si riduce la crescita rapidissima dei casi, ci aspettiamo che i dati migliorini ancora nei prossimi giorni".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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