Il nuovo governo, presieduto da Paolo Gentiloni, è stato varato dopo una crisi che, nel complesso, è durata appena una settimana. Vediamo ora tutti gli incarichi. Al ministero degli Esteri va Angelino Alfano (Ncd). Toccherà a lui guidare la poltrona della Farnesina, occupando la poltrona che fu di Gentiloni nel governo Renzi. Entrato in politica con Berlusconi, coordinatore di Forza Italia in Sicilia nel 2005, nel Berlusconi quater a 37 anni diventa il ministro della Giustizia più giovane della Repubblica. Nel novembre 2013 rompe con il Cavaliere e continua ad appoggiare il governo presieduto da Enrico Letta, dando vita poi al Nuovo centrodestra.
Al ministero dell'Interno va Marco Minniti (Pd). In parlamento dal 2001, già dalemiano di ferro e viceministro dell'Interno con Prodi, dal 2009 si è occupato di sicurezza, difesa e intelligence. Nel 2013 viene eletto al Senato. Enrico Letta lo incarica dei servizi segreti, incarico confermato da Renzi. Ora "sale" al Viminale.
Il tecnico Pier Carlo Padoan viene confermato all'Economia. Il titolare di via XX settembre è arrivato dall'Ocse, l'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, di cui è stato dal giugno 2007 vice segretario generale e dal dicembre 2009 anche capo economista. Dal 2001 al 2005, Padoan è stato il direttore esecutivo italiano presso il Fondo monetario internazionale.
Confermati anche Andrea Orlando alla Giustizia e Roberta Pinotti alla Difesa (entrambi del Pd).
Allo Sviluppo economico rimane Carlo Calenda, mentre Graziano Delrio (Pd) è stato confermato al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Il ministro del Lavoro resta a Giuliano Poletti. All'Ambiente resta Gianluca Galletti (Pd). Valeria Fedeli (Pd), già vice presidente del Senato, è il nuovo ministro dell'Istruzione e della Ricerca.
Continuerà a occuparsi di Agricoltura il ministro Maurizio Martina (Pd), così come resta alla Salute Beatrice Lorenzin (Ncd). Dario Franceschini (Pd) rimane il responsabile dei Beni culturali
Vediamo ora i ministeri senza portafoglio. A quasi 20 anni dalla nomina a ministro per le Pari Opportunità del primo esecutivo Prodi, Anna Finocchiaro (Pd) rientra nei ranghi governativi come ministro dei Rapporti con il parlamento, ereditando il ruolo di Maria Elena Boschi. Deputata nel 1987 con il Pci e eletta in seguito con il Pds-Ds, nel 2008 viene candidata alle regionali in Sicilia ma è sconfitta senza appello dal candidato del centrodestra Raffaele Lombardo. Presidente della commissione Affari Costituzionali al Senato, in questa legislatura ha lavorato fianco a fianco con il ministro Boschi, all'elaborazione del testo di riforma approvato dal parlamento ma bocciato il 4 dicembre dagli italiani.
Marianna Madia (Pd) alla Semplificazione e Pubblica amministrazione. Dopo la bocciatura parziale da parte della Consulta della riforma della p.a. che porta il suo nome, il ministro ha davanti diverse sfide a partire dal completamento dell’accordo politico raggiunto per il rinnovo del contratto degli statali. Ha fatto parte della segreteria tecnica del sottosegretario alla presidenza del Consiglio durante il governo Prodi dal 2006 al 2008. Eletta deputata la prima volta nelle liste del Pd nel 2008 per la circoscrizione Lazio 1. Il 9 dicembre 2013 diventa responsabile lavoro della segreteria nazionale del Pd, "trampolino" per l'incarico, nel governo Renzi, di uno dei ministeri più in vista presso l'opinione pubblica.
Gli Affari regionali restano a Enrico Costa (Ncd), figlio d'arte: suo padre Raffaele, leader del Partito liberale e noto per le sue battaglie contro gli sprechi e la burocrazia, ricoprì lo stesso incarico nel primo governo Amato (1992). Eletto la prima volta alla Camera con Forza Italia nel 2006 e poi riconfermato con il Pdl nel 2008 e 2013, Costa decide di seguire Alfano a novembre 2013, diventando capogruppo Ncd alla Camera. Incarico che lascia a febbraio 2014 diventando ministro nel governo Renzi.
Al dicastero della Coesione territoriale e Mezzogiorno va al professor Claudio De Vincenti. Nominato sottosegretario allo Sviluppo Economico il 28 febbraio 2014 e il 25 giugno 2014 vice ministro, dal 10 aprile 2015 è stato sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri con le funzioni di segretario del Consiglio dei ministri con il governo Renzi. Ha ricoperto la carica di sottosegretario al ministero dello Sviluppo economico da novembre 2011 a febbraio 2014. La sua attività professionale si è sviluppata lungo varie direttrici che comprendono, oltre ad un’intensa attività di ricerca e di insegnamento in qualità di professore ordinario di Economia politica presso il Dipartimento di economia e diritto dell’Università di Roma "La Sapienza", l’attività di regolazione nei servizi di pubblica utilità, quella di Consigliere economico presso la Presidenza del Consiglio, il ministero dell’Economia e finanze, il ministero della Salute, la partecipazione ad organismi e comitati di consultazione nazionali e internazionali.
Il fedelissimo renziano Luca Lotti (Pd) va al ministero dello Sport, con anche le deleghe per l’editoria e il Cipe. Giovanissimo consigliere comunale di Montelupo Fiorentino, conosce Renzi nel 2005, e questi lo vuole con sé nel 2012, quando tenta l'assalto alla segreteria del Pd. Quando Bersani dà le dimissioni, Lotti entra a far parte della segreteria del partito, passando progressivamente dagli enti locali all'organizzazione insieme a Lorenzo Guerini e Stefano Bonaccini. Eletto nel 2013 alla Camera, nel Governo Renzi è sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, con delega all'Informazione e comunicazione del governo, all'Editoria, alla Pianificazione, preparazione e organizzazione di numerose commemorazioni.
Un'altra fedelissima renziana, Maria Elena Boschi (Pd), uscita di scena dai Rapporti con il parlamento e le Riforme (la riforma costituzionale bocciata dal referendum portava il suo nome), va ad occupare la poltrona di sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, con funzione di segretario del Consiglio dei ministri. Avvocato in uno studio prestigioso di Firenze, nella campagna delle primarie del 2012 Renzi le chiede di far parte del suo staff con Simona Bonafè e Sara Biagiotti. Poi la candidatura in parlamento nel listino, senza dover passare per le primarie.
A Montecitorio entra in commissione Affari Costituzionali, poi al governo nel febbraio 2013 come ministro delle Riforme e dei Rapporti con il parlamento. Tenace nelle trattativa su Italicum e riforme, ora dovrà tenere le fila tra governo, Pd e Parlamento per la nuova delicata mission sulla legge elettorale.
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