"Il governo ha sbagliato a comunicare i dati. E ha preso in giro tutti"

L'esperto di media: "Esecutivo disastroso. Serve un'operazione verità sui verbali Cts"

"Il governo ha sbagliato a comunicare i dati. E ha preso in giro tutti"

«Per quanto tempo il governo abuserà della pazienza degli italiani?». Ruben Razzante boccia la gestione della seconda ondata da parte dell'esecutivo («decisioni sbagliate e tardive, comunicate male»). Docente di Diritto dell'informazione alla Cattolica di Milano e alla Lumsa di Roma, Razzante è anche membro della task force anti-fake news istituita dal governo lo scorso aprile scorso («non ci vediamo da un po'...», ammette) e ha appena dato alle stampe La Rete che vorrei, che racconta gli italiani e il web durante il lockdown. «Diritti come lavoro, studio, proprietà privata e impresa sono stati calpestati» in nome della salute da un esecutivo «imbarazzante». Adesso «serve un'operazione verità, con tutti i ministri, in una conferenza stampa con domande vere».

Ce l'ha con i giornalisti?

«Nella prima ondata l'informazione di qualità ha avuto un ruolo decisivo ma da settembre i media hanno cavalcato l'allarmismo in modo acritico. Dov'è il giornalismo d'inchiesta? Solo sulla Lombardia? Non so se Fontana ha sbagliato, ma anziché accanirci su presunte responsabilità avrei preferito che i giornali facessero inchieste sui medici che curano a casa, sull'efficacia acclarata di alcuni farmaci anti Covid, sulla questione degli anticorpi monoclonali...»

E invece?

«Invece l'informazione si è appiattita. È stato il Festival della virologia. Epidemiologi e immunologi a reti unificate, a dire tutto e il contrario di tutto. Anche allarmi non verificati ai quali è stata data carta bianca, assecondando senza approfondire. La deontologia dei giornalisti all'articolo 6 dice di evitare il sensazionalismo. Che siano pessimisti o minimalisti, molti scienziati si sono sovraesposti, traendo vantaggio per scrivere libri... ».

Come ha fatto il ministro della Salute Roberto Speranza...

«Peccato che la narrazione drammatica e catastrofistica della seconda ondata non fosse la verità contenuta in quel libro, che infatti è stato ritirato dal commercio».

Diciamo che la comunicazione istituzionale ha avvelenato i pozzi...

«È mancato il necessario spirito critico, non sono state evidenziate le storture palesi, e l'opinione pubblica è rimasta disorientata. E poi, ripeto, da settembre è cambiata la narrazione. E l'ultimo Dpcm è stato l'apoteosi del fallimento della comunicazione. Purtroppo però a pagare sono i cittadini, che hanno visto vanificati lo sforzo di privarsi della libertà. Il governo e le Regioni hanno avuto mesi interi per adeguare i trasporti e gli orari di accesso alle scuole, ai negozi e agli uffici. La chiusura è stata la più facile delle scorciatoie, quando forse bastavano lockdown mirati, oggi come a marzo».

È vero. Ma di fronte ai morti e ai contagi...

«Io faccio parlare i dati: l'Italia è ai primi posti per i morti. Due sono le cose: o la contabilizzazione dei morti è sbagliata o sono tutti dovuti al virus. In entrambi i casi è il fallimento della gestione sanitaria della pandemia e allora ti devi dimettere. Non c'è una terza opzione... E poi, perché insistere sulla contabilità quotidiana dei morti senza parlare mai dei guariti o del 96% di asintomatici? Si è rotto il patto tra cittadini e istituzioni, perché la gente è esasperata dall'eccessivo paternalismo per cui se va bene è modello italiano, se va male è colpa nostra. Ma dai...»

«Si, ma il Comitato tecnico scientifico...»

«Alt. Io i loro verbali li ho letti, anche a distanza di settimane. Ed è sbagliato pubblicarli con un mese e mezzo di ritardo, perché sappiamo che la situazione sanitaria cambiava ogni giorno. Ma le decisioni vanno ancorate a rilievi scientifici precisi. E non c'era scritto di chiudere i ristoranti».

Insomma, servirebbe più trasparenza...

«Ma i Cinque stelle non erano quelli della trasparenza? Volevano informare la gente su tutto, no? Non ho sentito un solo grillino invocare trasparenza sulle riunioni del Cts che hanno preso decisioni sulla nostra salute e sulla nostra libertà... Prendiamo i messaggi dell'esecutivo da settembre a oggi e mettiamoli in fila: un elenco inarrivabile di contraddizioni e promesse non mantenute, tipo Salviamo il Natale. È mancanza di rispetto. E poi, se mi permette, da cattolico...

Non è d'accordo sul lockdown durante il Natale...

«Il lockdown è un attacco alla famiglia. Ci impedisce di riunirci, e così tradisce il significato storico del Natale. Per tutti, non solo per i cattolici. Uccide la socialità e la relazionalità, il senso della famiglia...

Era evitabile?

«Sì, e non può passare sotto silenzio. La restrizione sul numero dei parenti è un unicum nel mondo e offensivo per gli italiani».

Ma da noi ci sono più anziani. E in Germania...

«Falso, in Giappone ce ne sono di più, e con il doppio dei nostri abitanti hanno avuto meno di 3mila morti.

Con un terzo dei nostri decessi la Germania ha accettato il lockdown perché abbondantemente annunciato, condiviso e ristorato. E invece nella conferenza stampa l'altra sera Conte ha annunciato 600 milioni di ristori alle 10 di sera quando il settore ha perso almeno 7,5 miliardi. Finché la gente non si infuria, poi...».

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