Il governo sa solo litigare. Diktat M5s su Autostrade

Cancelleri: "Basta ricatti, commissariamo". Il ministero: tutto in mano a Conte. Atlantia: da noi nessun ultimatum

Il governo sa solo litigare. Diktat M5s su Autostrade

Autostrade per l'Italia chiede un prestito con garanzia statale per oltre 1,2 miliardi di euro, 2 miliardi per tutto il gruppo Atlantia. Il M5s torna a dettare l'agenda di governo, proponendo il commissariamento della società della holding di proprietà della famiglia Benetton. A collocare la mina sotto la sedia del premier Giuseppe Conte è il grillino Giancarlo Cancelleri, viceministro delle Infrastrutture e dei Trasporti e fidato proconsole di Luigi Di Maio in Sicilia. Dopo il «no grazie» alla richiesta del prestito, fatto recapitare venerdì ad Aspi dal viceministro pentastellato allo Sviluppo Economico Stefano Buffagni, e la minaccia dei Benetton di bloccare 14,5 miliardi di investimenti, Cancelleri fa la voce grossa. «Noi vogliamo commissariare direttamente Aspi, con un commissario di governo - dice in un video su Facebook - sostituiamo Spea e la sostituiamo con Anas». Per Cancelleri si tratta di un modo per raggiungere l'obiettivo grillino di revocare le concessioni alla società dei Benetton senza compromettere i posti di lavoro. «Revochiamogli le concessioni - aggiunge - questa non è gente seria, io non ci sto». Parla di «ricatto» e tira in ballo il ministro delle Infrastrutture Paola De Micheli, del Pd: «Il ministro De Micheli ha questo dossier dove ha fatto insieme con Aspi una trattativa». Un dossier che «non conosce nessuno, non lo conosce né il M5s né altre forze di governo, né il presidente Conte». Fonti di Atlantia smentiscono di aver posto ultimatum all'esecutivo e sottolineano come «gli investimenti fatti rappresentano 10 volte il valore del prestito richiesto» allo Stato.

Sullo scontro aleggia la tragedia del Ponte Morandi di Genova, con le 43 vittime del crollo del 14 agosto di due anni fa. Andrea Orlando, vice segretario del Pd, a Sky Tg24 spiega: «Credo che sia meglio evitare ultimatum e ricatti, lo dico senza voler minimamente precludere alla possibilità per un'impresa di accedere a un prestito, ma per quello che c'è stato in Liguria e a Genova credo che forse i toni, dopo tutto quello che è avvenuto, sarebbe meglio che si cambiassero». Buffagni è durissimo: «Atlantia deve avere rispetto di uno Stato sovrano e del suo popolo. Noi non ci pieghiamo, non abbiamo paura e continuiamo a lottare». Ma la decisione finale su Aspi tocca al premier Conte. E a questo proposito, dal Pd arriva l'invito al M5s a non tendere agguati. Parla il sottosegretario del Mit Salvatore Margiotta: «C'è chi vuole la revoca della concessione ad Aspi e chi pensa alla non revoca. Va fatta una scelta». Margiotta trova «infondata» la polemica di Cancelleri e scocca dardi all'indirizzo del M5s: «La decisione spetta al governo: al premier Giuseppe Conte e al Consiglio dei ministri. E sarebbe corretto che potessero prenderla senza essere tirati per la giacchetta». E poi: «Se si tira troppo la corda c'è il rischio che si spezzi». Nel frattempo frange dei Cinque Stelle e del Pd vicine a Palazzo Chigi avanzano sospetti sull'ennesimo attacco coordinato da parte di Di Maio. Come accaduto sul Mes e sulla regolarizzazione degli immigrati.

Salvatore Pellecchia, segretario generale della Fit-Cisl, lancia un ultimatum al premier Conte: «Lasciare 7mila lavoratori per due anni nell'incertezza sul loro futuro è davvero troppo. Il governo decida cosa vuole fare».

Da Forza Italia la capogruppo alla Camera Mariastella Gelmini commenta: «Tanto sulla vicenda Fca quanto su quella Atlantia il governo, dopo aver approvato un decreto legge che permette alle imprese di chiedere finanziamenti garantiti dallo Stato, non può disattendere le procedure che esso stesso ha previsto». Quindi la conclusione: «L'esecutivo continua a essere sotto scacco della logica anti-imprese del M5s. Ma non sono tollerabili atteggiamenti ricattatori nei confronti delle aziende e dei lavoratori italiani».

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