Anche la Cina decide di allentare la morsa sulla quarantena, riducendo i giorni di isolamento per chi entra nel paese e abbandonando il tracciamento dei contatti del paziente positivo. E quattro stati della Germania - Baden-Württemberg, Baviera, Assia e Schleswig-Holstein - hanno deciso di abolire l'isolamento obbligatorio di cinque giorni pur senza l'approvazione del governo federale. Promettono tuttavia di mantenere mascherine e intensificare le raccomandazioni sui comportamenti anti contagio.
In Italia siamo in attesa di una revisione delle misure anti Covid e, precisa il ministro della Salute Orazio Schillaci, «le decisioni saranno adottate in base ai dati sull'andamento della pandemia. I numeri sembrano migliorati, ma restiamo prudenti perché la stagione fredda è appena agli inizi». Ad oggi sono previsti cinque giorni di isolamento per gli asintomatici e poi test negativo. E per i sintomatici cinque giorni di isolamento di cui gli ultimi due giorni senza sintomi e poi tampone negativo. «Siamo nella fase di responsabilizzazione dei cittadini e non degli obblighi» afferma Francesco Vaia, direttore dello Spallanzani di Roma. «Noi riteniamo che per gli asintomatici l'isolamento possa durare 5 giorni dalla positività, senza bisogno di un ulteriore test negativo - sostiene il suo staff - Per quanto riguarda le persone con sintomi lievi, riteniamo che l'isolamento si possa interrompere a 5 cinque giorni dalla comparsa dei sintomi, se senza febbre da 24 ore». «Soprattutto in questa fase, dove ci può essere sovrapposizione con l'influenza stagionale, sarebbe opportuno nei cinque giorni successivi, se non si ha un test negativo, usare prudenzialmente una mascherina, in caso di contatto con persone fragili. La comunità scientifica ritiene oggi gli auto test strumento accurato e idoneo a documentare la fine della contagiosità».
La linea del governo è chiara: allentamento sulle misure anti contagio (se i numeri restano quelli di oggi) e accelerazione sul doppio vaccino, Covid più influenza, che servirà soprattutto ai più fragili. Il mix del virus con quello influenzale è infatti la vera sfida della prossima stagione invernale, quella che, se non fermata in tempo, potrebbe dare vita a una nuova ondata di casi. Non dettati da nuove varianti e basta ma determinati dalle due patologie accavallate.
Fortunatamente continua l'inversione di rotta dell'epidemia. Anche questa settimana, evidenzia il monitoraggio indipendente della Fondazione Gimbe, sono infatti calati contagi, decessi e ricoveri ospedalieri. Un trend che si conferma anche a livello mondiale, con la percentuale dei casi diminuita del 15% in sette giorni secondo l'Organizzazione mondiale della sanità.
I contagi scendono del 23,5%, i ricoveri del 6,3% e i decessi del 4,1% nella settimana 26 ottobre - 1 novembre, rispetto alla settimana precedente. Restano invece stabili le terapie intensive (232 contro 232). Al 3 novembre il tasso nazionale di occupazione da parte di pazienti Covid è del 10,4% in area medica e del 2,4% in area critica. I
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