Uccisa per l'assegno di mantenimento, 300 euro. Si è avvicinato, ha aperto la portiera e ha sparato. Un solo colpo di pistola, calibro 7,65, all'addome e per Annarita Morelli, 72 anni, non c'è nulla da fare. Ad assassinarla Domenico Ossoli, l'ex marito di 73 anni, che subito dopo attraversa la strada ed entra in una tabaccheria. «Ho ammazzato mia moglie, chiamate il 112» urla con l'arma tra le mani. Ennesimo femminicidio, questa volta a Santa Lucia, frazione di Tor Lupara, nel Comune di Fonte Nuova, a pochi chilometri dalla capitale.
Sul posto i carabinieri di Mentana con i colleghi della compagnia di Monterotondo che lo bloccano, lo disarmano e lo portano in caserma per un lungo interrogatorio davanti al pm della Procura di Tivoli. «Ho sentito un botto, uno solo, ma non ho visto chi ha sparato» spiega un testimone che usciva dall'ipermercato sulla via Palombarese. Sono passate da poco le 8 di ieri. La donna ha appena lasciato uno studio veterinario. Ha tanti i gatti da accudire, Annarita. Lo sa anche il suo assassino che la segue dalla sua abitazione fino al centro anziani dove la poveretta lascia l'auto, una vecchia Fiat Panda rossa. Per non «perderla» ha nascosto un gps sull'auto. Domenico è disposto a tutto pur di bloccare le pratiche della loro separazione. Di fatto se n'è andato di casa da anni, dopo che lei aveva scoperto tradimenti e menzogne. Se n'è andato a vivere in Umbria, Domenico, ex autista di pullman della ditta Trojani.
Ma quei 300 euro che a marzo il giudice aveva stabilito come alimenti per la sua ex non gli vanno giù. Una vicina lo incontra sabato davanti la sua vecchia abitazione. Chiacchiere di paese riportano le sue lamentele: «Me la sono guadagnata la pensione, non voglio dare i soldi a quella». Domenico avrebbe incontrato Annarita per convincerla a lasciare le cose come stanno. Lei faceva mille lavoretti per arrotondare il misero mantenimento e non essere di peso a nessuno. Tre figli, Gianmarco, Massimiliano e Alessandro, ma solo il primo, il più piccolo, viveva con lei. «Annarita veniva sempre da noi per i suoi gatti, aveva una colonia felina. È arrivata prestissimo, l'ho incrociata pochi minuti dopo le 8. Era passata a ritirare la ricetta di un antiparassitario, era tranquilla» racconta la Cristina Bottiglione, medico veterinario. «Amava i nipotini e gli animali - ricordano nel quartiere - era una donna dolcissima, siamo sconvolti».
Cosa sia accaduto tra sabato e martedì mattina è ancora al vaglio degli inquirenti che hanno interrogato l'uomo fino a tarda sera. Qualcosa non torna. Secondo alcuni già domenica Ossoli sarebbe rientrato in Umbria. Altri ipotizzano che non se ne sia mai andato da Santa Lucia. Di certo il suo nome non è registrato in nessun albergo della zona anche se la sua auto viene ritrovata parcheggiata proprio nel piazzale di un hotel. Dove ha passato la notte prima? Certo è anche il fatto che la pistola, regolarmente registrata (l'uomo, cacciatore, ha il porto d'armi), se la sia portata da casa con lo scopo di usarla contro la moglie.
Ad accorrere anche il fratello della vittima: «Giancarlo ha ricevuto una telefonata e si è precipitato fuori» spiega Carmine Dello Iorio, direttore dell'Iper Triscount dove lavora il fratello della 72enne. Ossoli è accusato di omicidio premeditato aggravato. Il 23esimo femminicidio in Italia dall'inizio dell'anno.
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