Grandinate e bombe d'acqua. E il Po si riprende le spiagge

Disagi nel Centro-Nord. La portata del fiume cresce di 100 metri cubi al secondo. Circolazione dei treni, è caos

Grandinate e bombe d'acqua. E il Po si riprende le spiagge

Un drone dei vigili del fuoco decolla per ispezionare i danni al campanile di San Marco, a Venezia. È una delle immagini più simboliche all'indomani dell'ondata di maltempo che ha messo in ginocchio il Centro-Nord provocando la morte di due persone. Anche ieri la pioggia e il forte vento hanno continuato a sferzare le regioni settentrionali, soprattutto Toscana ed Emilia Romagna, che ha proclamato lo stato di crisi attraverso il decreto firmato dal governatore Stefano Bonaccini. Seguito da quello della Regione Liguria, Giovanni Toti. Nel frattempo l'attenzione si è spostata sulla Lombardia, con l'allerta gialla proclamata anche per oggi sulla città di Milano, dove sono attesi forti temporali. Mentre la bomba d'acqua che all'alba di ieri ha colpito Casalmaggiore (Cremona) ha nuovamente riempito il fiume Po, la cui portata è cresciuta di circa cento metri cubi al secondo, ricoprendo le spiagge che nei giorni si erano create a causa della persistente siccità.

Ma queste sono anche le ore della conta dei danni e dei disagi. A Marina di Carrara è gravemente lesionata la struttura della fiera, con il tetto di uno dei padiglioni volato a causa del forte vento. «Danni ingenti, stimabili in oltre sei milioni di euro», fa sapere l'amministratore unico Sandra Bianchi. Mentre nel territorio del Mugello i maggiori problemi sono stati causati dalla caduta di alberi, dalla rottura di tetti, coperture e grondaie e allagamenti. Ammontano invece a circa due milioni di euro le perdite a Sestri Levante dove proseguono i lavori di ripristino di scuole, parchi, della casa di riposo e dell'illuminazione pubblica, andata distrutta. Mentre nell'area di Sansepolcro ed Anghiari i produttori di tabacco sono in ginocchio a causa dei danni alle piantagioni per la grandine. Il maltempo non ha risparmiato neanche il giardino di Boboli, a Firenze, dove sono andati perduti otto alberi anche un grande cedro ottocentesco e dove i rami ostruiscono i viali. La struttura dovrebbe comunque riaprire al pubblico domenica.

La situazione resta complicata anche in Liguria. «Abbiamo aperto la strada litoranea, uno snodo essenziale tra Liguria e Toscana dove erano crollate oltre trenta alberature che abbiamo liberato con il supporto di Anas, protezione civile, vigili del fuoco e ditte incaricate. I danni sono stati tanti, anche per i privati, stiamo tutti lavorando per ripristinare la normalità al più presto», avverte il sindaco di Sarzana, Cristina Ponzanelli. Allagamenti e danni anche a Parma, Ferrara e Riccione. Numerosi disagi anche per chi viaggia in treno. Forti ritardi si sono registrati ieri nel nodo ferroviario di Bologna a causa di un guasto ai sistemi di gestione della circolazione provocato dal maltempo. I convogli alta velocità, Intercity e regionali hanno accumulato fino a 150 minuti di ritardo. Trenitalia segnala invece che sono 22 i treni alta velocità e Intercity direttamente coinvolti con un maggior tempo di percorrenza superiore a 60 minuti. Dopo l'intervento dei tecnici il traffico ferroviario è gradualmente ripreso e la circolazione si è progressivamente normalizzata. Nel frattempo Unicredit ha fatto sapere di voler sostenere le comunità colpite da questi eventi estremi attraverso una moratoria di 12 mesi sulle rate dei mutui ipotecari e chirografari per le imprese con sede legale o operativa nelle aree coinvolte che abbiano subito danni e per tutti i clienti privati intestatari di mutui ipotecari residenti nei territori interessati dal maltempo che siano stati danneggiati.

Mentre in Italia le previsioni sembrano migliorare, con i primi turisti tornati sulle spiagge della Versilia, mezza Europa è ancora alle prese con la fortissima perturbazione.

In Austria sono cinque le vittime accertate, in Corsica hanno perso la vita altre sei persone. Proprio qui sono state registrate raffiche di vento fino a 224 chilometri orari, che hanno sollevato strutture mobili, alberi e tetti.

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