A quanto si apprende, il presidente del Senato Pietro Grasso ha giudicato inammissibili i sette emendamenti premissivi al ddl Cirinnà, i cosiddetti super-canguri: Marcucci (Pd), Malan (Fi) e cinque della Lega. Il presidente ha anticipato la decisione durante la capigruppo informale. Tali emendamenti sono stati "tollerati in rare occasioni da altre Presidenze come reazione proporzionata della maggioranza rispetto a ostruzionismo esasperato". Nel ddl Cirinnà, gli emendamenti passerebbero da 6100 a circa 500.
Nel caso dell’approvazione dell’Italicum al Senato, ad esempio, il ricorso al super-canguro fu autorizzato dallo stesso Grasso in quanto gli emendamenti al provvedimento erano circa 50mila. Per il ddl sulle unioni civili, il ritiro in Aula degli emendamenti da parte della Lega ha fatto scendere il numero da 6.100 a 1.280. Un primo esame da parte del presidente porterebbe a ritenere "inammissibili, improponibili per estraneità di materia, identici o similari" un numero sensibile di emendamenti. Secondo una stima, il numero scenderebbe così a circa 500 proposte emendative. Proprio tale valutazione avrebbe spinto la presidenza a giudicare inammissibili i sette emendamenti premissivi in modo da "consentire un ordinato svolgimento dei lavori ed un attento esame di tutti gli emendamenti presentati senza preventivi effetti preclusivi".
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