Grave Meluzzi, lo psichiatra della politica

Ricoverato in prognosi riservata per un'ischemia cerebrale. Tanti messaggi di solidarietà

Grave Meluzzi, lo psichiatra della politica
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Un malore improvviso, sabato, mentre era con un paziente. Poi il ricovero: prima a Rimini, poi al Bufalini di Cesena. Qui i medici hanno operato d'urgenza Alessandro Meluzzi, psichiatra e criminologo di 68 anni, per un'ischemia cerebrale. Le sue condizioni restano gravi e la prognosi rimane riservata.

«Sono addolorata e preoccupata dalla notizia dell'ischemia che ha colpito il caro amico professor Meluzzi - scrive su X l'europarlamentare Francesca Damato, presidente del Consiglio nazionale della Democrazia cristiana -. Attendo con ansia notizie sul decorso post operatorio, pregando che superi al meglio questo difficile momento. Forza Alessandro!». Tanti, comunque, sui social i messaggi di solidarietà nei confronti del noto psichiatra che è conosciuto anche per il suo impegno politico e per aver lavorato a lungo come autore televisivo. Tra i tanti messaggi anche quello di Red Ronnie che, sempre sui social, ha ricordato la loro lunga amicizia e il ruolo pubblico dello psichiatra («Alessandro è troppo importante per non tornare a dirigere la difesa della verità»). Tra le tante testimonianze ci sono anche quella del sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi e del leader di Italexit Gianluigi Paragone, che su Facebook pubblica una foto dello psichiatra, corredata dalla scritta «Forza Alessandro!»

Originario di Napoli ma residente a Rimini, Meluzzi è divenuto negli anni Novanta un popolare volto televisivo come esperto di psichiatrica e criminologo. Convinto garantista, è stato consulente per la difesa anche in celebri casi di cronaca nera sostenendo, tra l'altro, l'innocenza di Rudy Guede, l'unico condannato per l'omicidio di Meredith Kercher (2007), e Massimo Bossetti (accusato nel 2011 dell'omicidio di Yara Gambirasio). Meluzzi ha anche svolto un'intensa attività politica, prima nel Partito socialista, poi tra le file di Forza Italia, risultando eletto in parlamento, nel 1994, nel collegio torinese di Mirafiori. «Medaglia politica», questa, che gli valse la ricandidatura anche nelle successive due legislature che lo hanno visto impegnato per sugli scranni di Palazzo Madama. Meluzzi è poi passato all'Unione democratica per la Repubblica di Francesco Cossiga, alla Federazione dei Verdi poi a un gruppo che aderì all'Udeur di Clemente Mastella. Ha fondato nel 2017 il partito anti islamizzazione, diventando presidente onorario. Nel 2019 ha pubblicato insieme con Giorgia Meloni il libro Mafia nigeriana. Origini, rituali e crimini (Oligo editore). Molto attivo nel sociale, Meluzzi è stato anche diacono della Chiesa greco-melechita di rito ortodosso.

Negli anni del Covid ha sostenuto pubblicamente posizioni molto critiche nei confronti dell'obbligo vaccinale. Nel 2021 è stato anche sospeso dall'Ordine dei medici di Torino proprio per l'inosservanza dell'obbligo vaccinale.

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