I nostri risparmi sono a rischio

Intervistato da "La Verità", l'ex ministro berlusconiano Martino esprime un pessimo giudizio nei confronti del governo: "Non riesco ancora a credere che Luigi Di Maio sieda alla stessa scrivania di Carlo Sforza e di mio padre. Recovery Fund? Ma questi soldi ci sono davvero?"

I nostri risparmi sono a rischio

Impietoso il giudizio di Antonio Martino sull'attuale governo ed i cosiddetti Stati generali che si stanno svolgendo a Villa Pamphilj. Intervistato dal quotidiano "La Verità", l'ex ministro degli Esteri e della Difesa di Silvio Berlusconi non ha peli sulla lingua, e boccia la linea seguita dall'esecutivo.

"Non ho mai visto una classe politica così mediocre. E non sono sicuro che andremo migliorando. L’unica certezza è che ogni legislatura è peggiore della precedente, e migliore della successiva", esordisce l'onorevole, esprimendo un primo giudizio. Scarsa considerazione anche per la grande assemblea convocata dal premier Giuseppe Conte: "Non sono stato invitato, e non me ne dolgo. E francamente non ho neanche capito bene di che cosa si tratta", commenta Martino. "Ho smesso di farmi domande su questo governo indecente. Ho stima solo per il ministro della Difesa: gli altri non sono qualificati neanche per fare i netturbini. Non riesco ancora a credere che Luigi Di Maio sieda alla stessa scrivania di Carlo Sforza e di mio padre. Erano persone che avevano qualcosa da dire: lui non dice nulla, non conoscendo l’italiano. È il governo peggiore dai tempi di Nerone".

Così come i rappresentanti del centrodestra, Martino raccomanda di non fare troppo affidamento sui Recovery Fund."Prima facciamoci una domanda: questi soldi ci sono davvero? Io non li vedo. Sento parlare di fantasmagoriche masse di denaro che il governo distribuisce a tutti, anche a quelli che non ne vogliono. Ma qualcuno ha ricevuto una lira? Sono quacquaraquate". Pessimo giudizio anche sul futuro Bonus Famiglia del ministro Bonetti, così come per gli altri aiuti promessi:"È una politica demenziale. Un furto ai danni dei privati che con le tasse finanzieranno questa elargizione".

L'argomento si sposta poi sul tema della tassazione sui prelievi al bancomat proposta da Vittorio Colao."Un’iniziativa che avrà una sola conseguenza: scatenare il terrore tra i correntisti", sentenzia il politico."Un’idea che mi ricorda il prelievo forzoso dai conti correnti, effettuato in illo tempore da Giuliano Amato: un altro che non capisce un tubo di economia".

Cosa fare, dunque, per far uscire il Paese dalla crisi? "Liberalizzare le restrizioni all’attività produttiva, fare ripartire gli imprenditori. Accettiamo le lezioni del passato", spiega Martino, ricordando quanto accaduto nel dopo-guerra. "Il Veneto era molto più povero della Sicilia. Oggi, il Veneto abbandonato a sé stesso è diventato un modello europeo. Invece la Sicilia, affidata alle amorevoli cure della Cassa per il Mezzogiorno e della Regione a statuto speciale, è senza speranza".

Dopo una stoccata a Romano Prodi ("Non me lo citi, altrimenti mi viene l’iperacidità") e ad Alitalia ("Andrebbe bombardata: è sempre stata in perdita e lo sarà sempre, e vuole i nostri soldi per tirare a campare"), l'ex ministro passa a parlare dell'Europa. "Sono profondamente europeista. L’Europa unita all’inizio parlava italiano", racconta Martino. "Oggi quello spirito è stato tradito. Perché il fiscal compact? Perché l’intrusione dell’Unione nelle politiche di bilancio degli Stati?".

Pessimo giudizio anche per come è stata affrontata l'emergenza sanitaria nel Paese: un gran polverone sollevato per nulla, ma con conseguenze disastrose, secondo il politico. "A far danni non è stato il virus, ma la paura del virus. Il povero Giulio Tarro, professore emerito di virologia, ha provato a dire la verità: lo hanno massacrato", commenta Martino. Quindi, il monito: "Questi imbecilli, per paura di un virus innocuo, hanno bloccato l’economia del mondo.

Risultato? Andiamo verso una recessione che colpirà i redditi di miliardi di persone. Prepariamoci ad affrontare una fiammata di iperinflazione in Europa, perché questi signori continuano a pompare denaro in un’economia decadente".

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