Greco procuratore, via Robledo: così finisce la guerra di Milano

Il Consiglio superiore della magistratura condanna il pm che osò attaccare Bruti Liberati. Si chiude così una guerra con vincitori e vinti

Greco procuratore, via Robledo: così finisce la guerra di Milano

Una guerra con vincitori e vinti, uno scontro frontale terminato con la vittoria su tutta la linea di un fronte, e la sconfitta senza atti di clemenza dell'unico avversario in campo. La sezione disciplinare del Consiglio superiore della magistratura ha scritto oggi l'ultimo atto della vicenda senza precedenti che ha visto per oltre un anno la Procura della Repubblica di Milano - uno degli uffici giudiziari più delicati del Paese - attraversata da accuse e veleni. Alfredo Robledo, il procuratore aggiunto che a marzo del 2014 lanciò l'attacco al potere del procuratore Edmondo Bruti Liberati, e del "cerchio magico" che a suo dire lo circondava, viene condannato dal Csm: non lavorerà più a Milano. L'esilio provvisorio al tribunale civile di Torino diventa definitivo, unica consolazione il ritorno al lavoro di procuratore aggiunto. Un verdetto di condanna che arriva a nemmeno ventiquattr'ore dall'altra decisione-chiave, la nomina a procuratore di Francesco Greco, che di Bruti era il vice più fidato, e che fu al suo fianco nello scontro con Robledo.

Robledo paga pesantemente le sue colpe, ovvero i rapporti sotterranei con l'avvocato Domenico Aiello, legale di fiducia di Roberto Maroni, con il quale si scambiava confidenze e favori, in una dimestichezza di rapporti ritenuta inaccettabile dal Csm. Come Robledo abbia ritenuto di avventurarsi nello scontro col "cerchio magico" sapendo di essere a sua volta vulnerabile, resta un mistero: perché è fin troppo ovvio, vista la asprezza dello scontro, che sarebbe a sua volta stato passato ai raggi X, e che nessuno scheletro grande o piccolo sarebbe rimasto fuori dai riflettori. D'altronde proprio l'asprezza dello scontro rendeva impensabile una mediazione che riportasse la serenità all'interno del palazzaccio milanese.

Di certo, quando lanciò l'offensiva Robledo era convinto di trovare alleati più numerosi, e la sua amarezza per essere stato "lasciato solo" era palpabile negli ultimi mesi della sua permanenza a Milano. Una parte delle sue accuse contro Bruti, in particolare sul fascicolo d'inchiesta sulla Sea portò il procuratore sotto procedimento disciplinare: procedimento che venne archiviato dal Csm per il pensionamento di Bruti, per il quale d'altronde il pg della Cassazione aveva nel frattempo proposto il proscioglimento. Anche per girare pagina, portando aria nuova negli uffici della Procura, una parte del Csm e lo stesso presidente della Cassazione Giovanni Canzio, che i veleni milanesi poté respirarli in diretta quando era presidente della corte d'appello del capoluogo lombardo. puntavano a portare alla guida della procura un candidato proveniente dall'esterno.

Invece con la nomina di Greco, sostenuto da tutte le correnti della magistratura tranne i conservatori di Magistratura indipendente e di Autonomia e indipendenza, e appoggiato dai consiglieri "laici" sia di destra che di sinistra, garantisce una sorta di "normalizzazione" nella continuità. Ma alcuni segnali fanno capire che lo stesso Greco senta la necessità di una gestione più trasparente e meno verticistica. Quanto sarà in grado di mantenere i propositi, lo si vedrà nei prossimi mesi.

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