Ha gridato «Allah Akbar» (Dio è grande) l'aggressore dei due agenti accoltellati ieri sera a Bruxelles. Poi si è scagliato su di loro uccidendone uno. L'assalto è avvenuto poco dopo le 19 vicino alla Gare du Nord, una delle principali stazioni ferroviarie della capitale belga.
La procura antiterrorismo, a quanto riportano i media locali, ha assunto il controllo delle indagini. L'aggressore è Y.M., 32 anni e nato nel 1990, ed è inserito nella banca dati monitorata dall'Organismo di Coordinamento per l'Analisi delle Minacce nella categoria di «potenziali estremisti violenti». Ancora da capire il movente. Si sa solo che ieri mattina l'uomo aveva più volte minacciato gli agenti all'interno della stazione di polizia, annunciando un attacco, ma contro di lui non è scattata alcuna misura ed è stato lasciato andare. L'uomo è solo stato portato con il proprio consenso in ospedale per essere sottoposto a una valutazione psichiatrica per poi essere rilasciato. Questo è uno dei punti su cui ora indagherà la Procura federale per capire se sia stato sottovalutato qualche aspetto.
Sconvolta la presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola: «Sono scioccata per l'omicidio dell'agente. La polizia belga ha lavorato così a stretto contatto con il Parlamento europeo nel corso degli anni al punto che ciò che è successo sembra personale per noi. Tutti i nostri pensieri sono con loro, i loro cari e tutte le persone in Belgio».
La tensione è salita velocemente anche perché nella capitale belga è ancora acceso il ricordo degli attentati simultanei del marzo 2016, entrambi rivendicati dall'Isis: all'aeroporto di Zaventem e alla stazione della metropolitana di Maelbeek, non lontano dal quartiere europeo e dalle sedi delle istituzioni Ue.
Il primo ministro Alexander De Croo riferisce su Twitter che i suoi pensieri sono con la famiglia e gli amici dell'agente deceduto.
«I nostri agenti di polizia rischiano la vita e l'incolumità fisica ogni giorno per mantenere la nostra società al sicuro. Sfortunatamente, questo è ancora una volta evidente oggi». «Questa violenza contro il nostro popolo è inaccettabile» commenta il ministro dell'Interno Annelies Verlinden.
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