"Come nel caso della Diciotti, a mio avviso sussisteva anche in questo caso l'azione di governo nel perseguimento della politica dei flussi migratori". Così la senatrice grillina Alessandra Riccardi, componente della Giunta delle immunità, ha motivato all'Adnkronos il suo voto contrario all'autorizzazione a procedere contro Matteo Salvini avanzata dal tribunale dei ministri di Palermo per il caso Open Arms.
La votazione è finita 13 a 7 in favore dell'ex ministro dell'Interno. Oltre alla Riccardi, hanno espresso voto contrario all'autorizzazione anche i cinque senatori della Lega, i quattro di Forza Italia, Alberto Balboni di Fratelli d'Italia, Meinhard Durnwalder delle Autonomie e l'ex pentastellato Mario Giarrusso. La grillina, che ha smentito ogni possibile passaggio alla Lega, ha precisato: "Se il Movimento 5 stelle mi espellerà perchè ho votato secondo quella che ritengo la giusta applicazione della legge mi assumerò le mie responsabilità. Io rispondo del mio voto". Sentita dal quotidiano Il Messaggero, Riccardi ha, poi, rivelato: "Ho subito molto pressioni dal M5s. Crimi mi ha detto che un voto in dissenso avrebbe complicato la trattativa all'interno della maggioranza, ha molto insistito". E qui arriva l'ammissione:"Mi sono sentita minacciata, ma con queste cose non funzionano".
I voti favorevoli, invece, sono stati 7: Pietro Grasso di LeU, la dem Anna Rossomando, l'ex grillino Gregorio De Falco (ora nel gruppo Misto) e i 4 senatori del M5S. Del tutto ininfluente, invece, l'assenza dei tre renziani che non hanno partecipato al voto."Non c'è stata a nostro parere un'istruttoria seria, così come avevamo richiesto sia in questo caso che nella precedente vicenda Gregoretti: era necessario ricevere indicazioni sui rischi reali di terrorismo e sullo stato di salute riguardo alle imbarcazioni bloccate in mare dall'ex ministro dell'Interno, che non sono arrivate", ha spiegato il renziano Francesco Bonifazi in una nota, nella quale si legge anche: "La motivazione principale per cui Italia Viva decide di non partecipare al voto risiede però nel fatto che, dal complesso della documentazione prodotta, non sembrerebbe emergere l'esclusiva riferibilità all'ex ministro dell'Interno dei fatti contestati". Anche in questa occasione non è mancata una nota polemica nei confronti del premier Giuseppe Conte: "Pare che le determinazioni assunte da quest'ultimo (Salvini, ndr) abbiano sempre incontrato, direttamente o indirettamente, l'avallo governativo". Pronta la replica della grillina Lucia Evangelista, componente della Giunta per le Immunità, che critica la decisione di Italia viva di non partecipare al voto: "Sono giochi politici, perché di tecnico non c'è niente.
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