Grillino indagato per rapina, ora è scontro anche nel M5s

Se il presidente del consiglio comunale di Città di Castello, Marco Gasperi, dice di essere "assolutamente sereno" malgrado sia indagato per rapina a mano armata, un consigliere regionale M5s umbro lo attacca: "Faccia un passo indietro"

Grillino indagato per rapina, ora è scontro anche nel M5s

"Sono sereno perché, anche se ci vorrà tempo, la verità verrà a galla". Sereno e tranquillo, nonostante sia indagato per rapina aggravata. Marco Gasperi, presidente del consiglio comunale di Città di Castello (Pg) per il Movimento 5 Stelle, afferma di non essere stato lui, lo scorso 10 aprile, a entrare con la pistola in pugno in una sala scommesse della cittadina umbra per farsi consegnare l'incasso di 4.500 euro.

"Ricordo esattamente dove ero quel giorno. Ormai celle telefoniche e gps delle auto possono tracciare ogni movimento. Non sono mai stato ascoltato dagli inquirenti e non sono destinatario di alcun provvedimento restrittivo: ho il passaporto, poche settimane fa ero in Israele, tiro di sciabola e posso portare armi in macchina". E ribadisce di essere "assolutamente sereno".

Gasperi continua a dirsi innocente. Ma gli inquirenti hanno idee diverse. Nei confronti del 30enne ci sarebbero gravi indizi di colpevolezza. Innanzitutto il fatto che sarebbe un assiduo frequentatore della sala scommesse dove è stata compiuta la rapina. Quindi i filmati registrati dalle telecamere di sicurezza presenti nel locale, che sono stati oggetto - riferiscono i carabinieri di Città di Castello - di una "approfondita relazione tecnica della Sezione fonica e audio-video del Ris di Roma". Che farebbe convergere i sospetti proprio sull'esponente del Movimento 5 Stelle. Dimettersi? Neanche a parlarne. Gasperi ha spiegato di avere avuto un confronto con i vertici pentastellati locali, che non gli avrebbero chiesto di fare un passo indietro. Almeno fino a qualche ora fa.

Thomas De Luca, consigliere regionale umbro del Movimento 5 Stelle, ha preso una posizione "netta e inequivocabile", spiegando che "a prescindere dalle valutazioni che competono esclusivamente alla magistratura, riteniamo doveroso un passo indietro, volto a tutelare non solo le istituzioni ma in primo luogo lo stesso consigliere. Simili notizie non possono in alcun modo essere affrontate con mezzi termini, in questo si misura la distanza tra un Movimento che richiede il casellario all'atto della candidatura e altrove dove indagini e processi fanno curriculum". De Luca parla di "tutela delle istituzioni", facendo intuire che il consigliere dovrebbe lasciare per ragioni di opportunità. Difficile dargli torto.

D'accordo che un indagato è innocente fino al terzo grado di giudizio, ma il reato per il quale il consigliere

Gasperi è indagato è di una gravità inaudita. E sorprende che la maggior parte dei dirigenti grillini non abbiano chiesto le dimissioni del portavoce. E se Gasperi fosse stato di un altro partito? La risposta al lettore.

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