L'elettorato non fa sconti e a Roma decide di voltare pagina con un risultato che assume contorni clamorosi. La mission impossible del Pd - far dimenticare Mafia Capitale e il malgoverno di Ignazio Marino attraverso la candidatura di un uomo di buona immagine come Roberto Giachetti - si infrange contro la novità rappresentata da Virginia Raggi. Dopo una campagna elettorale in cui ha dovuto parare i colpi bassi portati dal partito di Matteo Renzi e ha dovuto fronteggiare le polemiche per la sua opposizione al tentativo della Capitale di aggiudicarsi le Olimpiadi del 2024, la candidata del Movimento 5 Stelle taglia un traguardo storico e diventa il primo sindaco donna della Capitale, dimostrando di poter attirare il voto che al primo turno si era indirizzato verso il centrodestra.
Raggi, avvocato di 37 anni, al primo turno aveva vinto con il 35% dei voti contro il 24% ottenuto da Giachetti. Nel secondo turno fa il pieno scavando un solco enorme rispetto al suo avversario e staccandolo di oltre 30 punti percentuali. Il risultato finale è 67,2 a 32,8. In sostanza un vero e proprio trionfo, una vittoria a valanga per lei e una sconfitta pesantissima per il Pd. «Io sono pronta a governare, sarò il sindaco di tutti i romani. È un momento storico fondamentale che segna una svolta: per la prima volta Roma ha un sindaco donna», in un periodo in cui «le pari opportunità sono ancora una chimera» dice la Raggi nel corso della conferenza stampa. Raggi ringrazia la «lungimiranza» di Beppe Grillo e Casaleggio e del Movimento 5 Stelle. «Oggi hanno vinto i cittadini di Roma, voglio ringraziare tutti i romani che mi hanno affidato questo compito importante che porterò avanti per 5 anni. Contro di me sono stati portati dei vili attacchi, ma è ora di metterci un punto. É ora di lavorare. Oggi si apre una nuova era di legalità e trasparenza».
La candidata scelta dal partito di Beppe Grillo non si può comunque certo considerare una outsider visto che i sondaggi l'hanno sempre data in testa, accreditandola da subito di una facile vittoria in caso di scontro con il candidato del Pd. Soltanto in un duello al secondo turno con Giorgia Meloni e Alfio Marchini avrebbe rischiato di perdere, ma le divisioni del centrodestra hanno spianato la strada all'esponente radicale.
La candidata sindaco del M5S arriva a bordo della sua auto al comitato elettorale al quartiere Ostiense poco prima delle 23. Beppe Grillo non si fa vedere almeno inizialmente, poi appare da una finestra del suo Hotel e improvvisa uno show guardando insistentemente il cielo indicando i Raggi e presentandosi con una stampella, chiaramente corrispondente all'Appendino. In ogni caso sia Grillo che Casaleggio Jr. decidono di non salire con la Raggi sul palco romano, lasciando il proscenio al neo-sindaco della Capitale. A lei arriva anche una tenera missiva dal marito Andrea Severini, che orgoglioso e commosso, Severini dedica una «Lettera al sindaco di Roma, mia moglie!». «Ero sicuro che ce l'avresti fatta, ti proteggerò dalle difficoltà. Hanno cercato di gettare fango su di te, su di noi e sulla nostra vita.
Non ci sono riusciti, hanno preso una sonora lezione». Alle 23.35 la telefonata con cui Giachetti riconosce la sconfitta. Il passo finale della lunga corsa di una donna che entra di diritto nella storia della Capitale e ora è attesa alla prova più dura.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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