
Lei si era fermata in strada a soccorrere un animale selvatico che aveva appena travolto involontariamente con l'auto; lui, che guidava ubriaco e con un piede ingessato, passava di lì proprio in quel momento e l'ha investita in macchina, trascinandola con le ruote per circa 50 metri per poi abbandonarla sull'asfalto, senza fermarsi a soccorrerla. E una volta davanti ai carabinieri ha finto stupore, inventandosi che quella notte gli era stata rubata la macchina e che quindi non poteva essere lui il pirata della strada che stavano cercando.
Due universi opposti, il bene e il male che si riflettono paradossalmente persino nei loro nomi oltre che nelle azioni. Quello della vittima, una ventenne che all'anagrafe fa Noemi Fiordilino, morta nella notte tra venerdì e sabato dopo il ricovero d'urgenza con l'elisoccorso in ospedale; e quello dell'uomo che l'altra notte l'ha uccisa, dopo averla travolta in auto senza fermarsi a soccorrerla, ma scappando e che si chiama Vincenzo Crudo, classe 1982.
È successo intorno alle 2.30 in provincia di Como, in via San Giuseppe, tra i comuni di Limido Comasco e Lurago Marinone. La ragazza, che viveva con i genitori a Vertemate con Minoprio, sempre nel Comasco, in quel momento era in macchina con il fidanzato quando l'auto su cui la coppia viaggiava ha urtato inavvertitamente un piccolo animale selvatico. I due hanno accostato per verificare le condizioni dell'animale, Noemi è scesa dalla vettura, ma proprio mentre attraversava la strada una Volkswagen Golf sopraggiunta a grande velocità, l'ha centrata in pieno, trascinandola via sotto gli occhi del suo ragazzo. Dopo l'investimento il «pirata» si è allontanato, senza scendere a soccorrere la giovane che aveva appena travolto.
Le condizioni di Noemi sono apparse subito gravissime, senza speranza: i soccorsi del 118, chiamati dal fidanzato della ragazza e arrivati sul posto con una ambulanza e un elicottero, l'hanno trasportata d'urgenza all'ospedale Sant'Anna di Como, dove purtroppo è morta due ore dopo l'arrivo senza mai riprendere conoscenza a causa delle gravissime lesioni rimediate nell'incidente.
Nel frattempo i carabinieri della stazione di Cermenate e della compagnia di Cantù (Co) si sono messi subito al lavoro e, anche grazie alle telecamere di sorveglianza, sono risaliti alla targa della Golf «pirata». Poco prima dell'alba hanno raggiunto Crudo che era a casa sua, sempre nel Comasco, a Fenegrò. L'uomo adesso deve rispondere di omicidio stradale, omissione di soccorso e simulazione di reato ed è in carcere a Como. Sottoposto ad accertamento etilometrico, infatti, il 42enne non solo ha rivelato un tasso alcolemico di 1.
49, quindi ben oltre il limite consentito, ma si è scoperto che si era messo alla guida nonostante avesse il piede destro ingessato; infine, davanti alle domande sull'investimento, ha negato di poter avere a che fare qualcosa con la morte di Noemi, sostenendo che l'auto gli era stata «rubata» la sera precedente. A un successivo controllo, però, i carabinieri hanno ritrovato la vettura abbandonata in una strada, in via Diaz, sempre a Fenegrò. La macchina è stata sequestrata e sottoposta ai rilievi tecnici.
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