"Hamas aizza Israele contro Netanyahu. Ma il piano Usa ha rivoluzionato i giochi"

L'analista Kobi Michael: "Donald vuole stanare i Paesi arabi"

"Hamas aizza Israele contro Netanyahu. Ma il piano Usa ha rivoluzionato i giochi"
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«Hamas non vuole stoppare la prima fase dell'intesa sul cessate il fuoco. Punta a guadagnare tempo, riorganizzarsi e riarmarsi, resuscitare l'asse del male e rinsaldare il coordinamento con i Paesi arabi per fermare il piano Trump. È pronta a molti altri attacchi come il 7 ottobre, come hanno confermato i leader del gruppo in visita in Iran qualche giorno fa, quando hanno promesso che ci saranno molte altre stragi come il pogrom del 7 ottobre e che elimineranno i sionisti. Ultimo, ma non meno importante: vogliono torturare la società israeliana, aizzarla contro il governo per intensificare lo scontro interno a Israele su un tema sensibile come quello degli ostaggi. È il loro obiettivo dall'inizio di questa guerra». Non ha dubbi sulla strategia degli islamisti di Gaza Kobi Michael, ex vicedirettore del ministero degli Affari strategici israeliano, esperto di risoluzione di conflitti, autore di una ventina di libri e ricercatore senior dell'Inss, l'Istituto israeliano per gli Studi sulla sicurezza nazionale di base a Tel Aviv.

Trump ha minacciato di scatenare l'inferno se, come previsto dall'intesa di tregua, i prossimi ostaggi non torneranno in Israele sabato. Il cessate il fuoco è seriamente a rischio?

«Penso che Hamas alla fine consegnerà la lista degli ostaggi venerdì e li restituirà, come era stato concordato nell'accordo di cessate il fuoco. Gli estremisti stanno prendendo tempo, per ottenere nuove concessioni, dividere l'opinione pubblica israeliana rafforzarsi militarmente e puntare all'obiettivo finale: ristabilire il controllo su Gaza».

Devono fare i conti con il piano Trump, che sta rivoluzionando gli scenari. È praticabile?

«Trump con il suo piano non ha semplicemente cambiato le regole del gioco, ha cambiato il gioco. Con la sua idea, ha fatto in modo che il paradigma della soluzione a due Stati non sia più l'unico paradigma sulla questione palestinese. È riuscito a smuovere le acque, vuole stanare i Paesi arabi perché escano dalla loro comfort zone e diventino parte della soluzione della questione palestinese. Il problema palestinese è per primo un loro problema e non possono più stare a guardare. Se non vogliono il piano Trump, devono offrire soluzioni alternative».

Il presidente americano convincerà Egitto e Giordania a prendersi carico dei palestinesi? Finora si sono detti totalmente contrari. E il leader Usa ha minacciato lo stop agli aiuti.

«Trump ha dalla sua due ottimi strumenti di pressione. Sia la Giordania che l'Egitto dipendono completamente dagli Stati Uniti. L'Amministrazione americana può far male ad Amman e al Cairo economicamente e militarmente, rendendo loro la vita molto dura».

I palestinesi sono pronti a lasciare Gaza?

«Un sondaggio precedente al 7 ottobre rilevava che il 40% era favorevole a spostarsi. Ora che il 65-70% degli edifici della Striscia sono distrutti certamente quel numero è aumentato. Ma dovranno fare sempre fare i conti con Hamas».

Il terroristi di Gaza cercheranno di fermarli con la forza?

«Non c'è dubbio che li minacceranno e uccideranno, certo».

Molti ritengono che lo spostamento dei palestinesi sia l'ennesima punizione ai loro danni. Perché Trump insiste su questo punto?

«Trump pensa che i palestinesi non possano più stare lì, perché la Striscia è un mucchio di macerie ormai e per ricostruire l'area più popolata al mondo ci vorranno oltre dieci anni, impossibile che la popolazione resti. Per questo vuole che Egitto e Giordania prendano sulle spalle il fardello palestinese e ha menzionato 12 Paesi verso i quali trasferire gli 1.8 milioni di gazawi».

Anche Netanyahu, al suo interno, è pressato dall'estrema destra, che chiede la ripresa del conflitto. Che cosa succederebbe se anche il ministro delle Finanze Bezalel Smotrich lasciasse il governo?

«Non sono sicuro che lo farà. Ma la guerra ricomincerà di nuovo. Non vedo possibilità che la tregua arrivi alla seconda fase. Per arrivare a questo nuovo punto, Israele vuole che Hamas sia smantellata militarmente. Ma Hamas non intende cedere le armi, vuole restare nella Striscia e dettare legge. Sul modello Hezbollah, vogliono tenere la forza militare per riottenere il controllo dell'intero territorio di Gaza».

Hamas rilascerà mai tutti i rapiti?

«Non lo farà, non c'è possibilità che rilasci tutti

gli ostaggi. Li terrà nelle sue mani perché sono l'ultima assicurazione alla propria sopravvivenza. Da dieci anni tengono nella Striscia due ostaggi israeliani, hanno rifiutato ogni trattativa e alzano ogni volta la posta».

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