Hong Kong, la nuova legge imposta dalla Cina fa la sua prima vittima: condannato cameriere

Tong Ying-kit è accusato di terrorismo: "Una sentenza decisa a tavolino"

Hong Kong, la nuova legge imposta dalla Cina fa la sua prima vittima: condannato cameriere

Ha tempo fino a domani pomeriggio Tong Ying-kit per presentare l'appello al tribunale di Hong Kong che l'ha giudicato colpevole di terrorismo e incitamento alla secessione. Il suo avvocato, Li Yueyi, è convinto che servirà a ben poco, «il destino di Tong è stato deciso a tavolino prima ancora che i giudici prendessero posto in aula». Tong Ying-kit, 24 anni, ex cameriere, è il primo condannato a Hong Kong in base alla nuova legge sulla sicurezza nazionale imposta da Pechino lo scorso anno all'ex colonia britannica. Ora rischia l'ergastolo. Il 1° luglio del 2020 il giovane avrebbe guidato una moto contro un gruppo di poliziotti sventolando una bandiera con la scritta: «Liberare Hong Kong, la rivoluzione del nostro tempo». RTHK, la tv fedele a Pechino, mostrò in effetti il video di un adulto, in sella a una moto lungo alcune strade nel quartiere Wanchai, guidare con il famigerato drappo in pugno. Nel filmato però non era possibile comprendere se davvero Tong avesse concluso la sua corsa contro tre poliziotti, mandandoli in ospedale. Di sicuro in ospedale era finito lui dopo un feroce pestaggio. Neppure il tempo di dimettersi che ai suoi polsi scattarono le manette, accusato dai tre agenti di tentato omicidio. «É sempre stata la loro parola contro quella del mio assistito - aggiunge l'avvocato Li Yueyi - eppure nessuno ha avuto dubbi. Nessuno ha avuto l'accortezza di analizzare il filmato in maniera oggettiva».

In base alla nuova norma il suo vero o presunto atteggiamento è stato considerato come una minaccia alla sicurezza nazionale. Fino all'entrata in vigore della nuova legge, la presenza di una giuria era obbligatoria nei processi per imputazioni di tale gravità, ma in base alla riforma, imposta da Pechino dopo le proteste del 2019, alcuni casi criminali possono essere giudicati da un tribunale di tre magistrati. Ieri pomeriggio alle 15 i tre giudici Du Libing, Peng Baoqin e Chen Jiaxin hanno impiegato pochi minuti a giudicare l'ex cameriere colpevole. «l nostro è stato un processo equo e imparziale - ha commentato la giudice Du Libing all'uscita dal tribunale - noi non siamo chiamati a commentare le nuove norme, semmai a punire chi le trasgredisce».

Se la sentenza è arrivata dopo pochi istanti, il tribunale di Hong Kong è rimasto in stato d'allarme per alcune ore. Una telefonata anonima aveva infatti annunciato la presenza nell'edificio di una bomba. Si è trattato di un falso allarme, così come è tutta da verificare la veridicità delle dichiarazioni di uno dei tre giudici, Chen Jiaxin, che ha denunciato di aver ricevuto minacce di morte nelle ultime settimane. Dopo i fatti di Wanchai, Tong Ying-kit ha vissuto un anno infernale, con visite continue delle forze dell'ordine e perquisizioni nella sua abitazione.

Per quattro volte ha dovuto chiudere il profilo Facebook e altre due quello Twitter. Senza dimenticare che, in attesa del processo, gli è stato sequestrato il passaporto e negata la possibilità di frequentare locali pubblici.

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