Il Coronavirus potrebbe essere l'occasione per testare il voto elettronico: questa la convinzione che circola negli ambienti grillini, i quali vorrebbero approfittare dell'emergenza che ha travolto l'Italia e di tutte le stringenti norme di sicurezza per sperimentare le votazioni online. E non si tratta della classica proposta campata in aria: a stretto giro il Viminale - in vista dell'election day di settembre - avvierà una Commissione interministeriale con il dicastero per l'Innovazione tecnologica al fine di individuare "le imprescindibili garanzie procedimentali volte ad assicurare il diritto di voto che rappresenta il cuore della nostra democrazia". L'annuncio è arrivato direttamente da Achille Variati, sottosegretario all'Interno. E l'ipotesi di farci votare da remoto è stata ovviamente accolta con entusiasmo dal Movimento 5 Stelle. "Buona notizia dal governo", ha commentato soddisfatto Giuseppe Brescia.
Il presidente della Commissione affari costituzionali della Camera ha fatto sapere che in tempi brevi verrà adottato un decreto attuativo sulla sperimentazione del voto elettronico: "Nell’ultima manovra, con un emendamento M5S, abbiamo stanziato 1 milione di euro per la sperimentazione. È tempo di spenderlo già in occasione del prossimo election day di settembre". Gli ha fatto eco Elisa Siragusa, deputata in commissione Esteri, che ha ammesso la presenza di criticità nella garanzia dei principi di segretezza e personalità del voto soprattutto per l'espressione del voto per corrispondenza degli italiani all'estero: "È per questo che auspico che il governo possa definire presto le linee guida per la sperimentazione del voto elettronico, individuando tutte le soluzioni necessarie a garantire la correttezza delle procedure".
È stato specificato che la sperimentazione del voto in via digitale non sostituirà il voto cartaceo. A questo punto si aprirebbero due possibilità: il modello da scegliere potrebbe riguardare o quello dell'urna digitale o quello di un'applicazione. Nel primo scenario si potrebbero coinvolgere elettori volontari in un numero limitato di Comuni (ad esempio grandi città come Bologna, Milano, Napoli, Roma e Torino); il secondo potrebbe risultare utile qualora tra i tanti scopi della sperimentazione ci fosse anche quello di evitare assembramenti. Bisognerà comunque rispettare i principi di personalità, uguaglianza, libertà e segretezza del voto, sanciti dall'articolo 48 della Costituzione.
Casaleggio pronto a brindare
Farci votare in maniera telematica è un'idea che stuzzica (e non poco) Rousseau. Quale momento migliore per la piattaforma? E intanto Davide Casaleggio si starà sfregando le mani, visto che in piena pandemia aveva proposto di testare il voto online per i comuni dove non sarebbe stato possibile recarsi ai seggi per il referendum di fine marzo sul taglio dei parlamentari. Ma diversi esperti avevano mosso durissime accuse nei suoi confronti. "È l’equivalente istituzionale di chi, durante un terremoto o un’epidemia, si approfitta della situazione. È un vero e proprio atto di sciacallaggio, di cui a emergenza (sanitaria prima e democratica poi) finita a questo signore bisognerà chiedere conto", aveva tuonato Stefano Zanero, professore di cybersecurity al Politecnico di Milano e tra le più importanti autorità in materia.
La furbata tentata dal figlio del cofondatore del Movimento 5 Stelle potrebbe essere avanzata nuovamente a settembre? Sui social in molti si interrogano su questa possibilità. "Siamo sicuri che non ci sarà un conflitto di interessi?", si domanda un utente. Effettivamente secondo i critici si tratta di una materia un po' troppo vicina ai business economici e relazionali di Casaleggio, tanto da essere sospettato di un possibile conflitto di interessi.
Nel frattempo le perplessità non mancano e sempre sui social monta la protesta: "Il grande fratello..."; "Certo, come no, ora saranno facilitati a fare altri imbrogli"; "Bella caz****! Chi ci dà la certezza che i voti non siano manipolati da chi gestisce i database?".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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