Le Rsa devono diventare «case di vetro». Evitare le zone d'ombra nelle strutture che assistono gli anziani è l'obiettivo del Protocollo sottoscritto ieri tra il ministero della Salute, l'Arma dei Carabinieri e la Commissione anziani.
L'Accordo prevede la puntuale ricognizione di tutte le strutture che accolgono la popolazione fragile al fine di realizzare un' anagrafe delle residenze socio-assistenziali. Un registro ufficiale dove ogni struttura operativa avrà la sua «carta d'identità»: la capacità recettiva, le modalità organizzative, il livello di assistenza fornito, gli strumenti e il personale a disposizione. Il Protocollo d'intesa avrà una durata di tre anni ed è l'approdo del lavoro condotto dalla Commissione per l'assistenza sanitaria e sociosanitaria della popolazione anziana presieduta da monsignor Vincenzo Paglia che ha collaborato con la direzione generale della programmazione del ministero della Salute.
Il testo dell'intesa prevede «la mappatura, a livello comunale, delle residenze socio-assistenziali variamente denominate (case di riposo, case alloggio, case famiglia) presenti sull'intero territorio nazionale». Sarà compito dell'Arma «effettuare il censimento delle strutture» e «svolgere le successive verifiche in relazione a situazioni meritevoli di approfondimento» con il supporto tecnico-giuridico del ministero.
Una sorta di commissariamento delle Rsa alla luce di quanto accaduto durante la pandemia? In molti casi le Rsa si sono trasformate in catalizzatori per la circolazione deL coronavirus con conseguenze tragiche per gli anziani ospiti. L'indagine più recente sulla mortalità in quelle strutture è un report, redatto dall'Osservatorio Epidemiologico di ATS Val Padana (primo autore Paola Ballotari) pubblicato due giorni fa sul sito di ATS.
Per quantificare l'impatto del Covid 19 sono stati confrontati i dati della mortalità nel primo quadrimestre 2020 rispetto a quella sperimentata nello stesso periodo nel 2019 e nel 2018 tra gli ospiti delle Rsa e tra i soggetti non istituzionalizzati con un'età di 75 anni o più.
In ciascuno degli anni considerati, i soggetti in Rsa sono stati circa 7.000 (età media 88 anni) e quelli non in Rsa 90.000 (età media 82 anni). Nel primo quadrimestre del 2020, il numero di morti è stato pari a 2.070 nelle Rsa e 2.716 tra gli ultrasettantacinquenni non istituzionalizzati
Nello stesso periodo del 2018, i decessi erano stati rispettivamente 893 e 1.675.
L'incremento di mortalità tra il 2018 ed il 2020 stimato separatamente nelle Rsa e nel territorio, ha consentito di rilevare un incremento di mortalità nelle strutture del 67 per cento in più rispetto a quello registrato sul territorio.
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