Le trattative per la formazione del nuovo governo sono in corso. Le divergenze e i conflitti sono ancora numerosi, ma si intravedono dei punti di contatto. A un eventuale accordo si contrappongono tuttavia le divisioni interne alle due forze che si stanno confrontando tra loro, il Pd e il Movimento Cinque stelle. Infatti, come è noto, tra i dirigenti di entrambi i partiti alcuni sono favorevoli all'accordo, altri nettamente contrari. E la lotta tra queste opposte fazioni è in corso.
Ma non si tratta solo della leadership: anche nelle basi elettorali di entrambe queste forze politiche ferve la discussione, con toni e accenti anche molto vivaci. In questo momento è impossibile prevedere se il confronto avrà esito positivo. Ma, al di là dell'esito della trattativa, è ragionevole pensare che il conflitto interno aperto nei partiti coinvolti porterà a fratture molto profonde che non si rimargineranno tanto presto e proseguiranno nel tempo.
Da questo punto di vista, si può ipotizzare nel medio periodo un vero e proprio processo di ampliamento e di radicalizzazione delle divisioni interne, che non esclude una possibile scissione che potrebbe coinvolgere sia il Pd sia il Movimento Cinque stelle. È probabile infatti che tra i grillini la eventuale partecipazione a un governo di coalizione, con i suoi inevitabili compromessi anche sul piano delle politiche concrete che l'esecutivo attuerà (sarà possibile realizzare davvero il reddito di cittadinanza?), porti all'insoddisfazione di una parte anche consistente della base, ciò che potrebbe avere riflessi sul piano dei comportamenti di voto. Lo spirito ribellistico e di rancore sociale che ha caratterizzato per molti votanti la scelta del M5s potrebbe risultare frustrato e deluso e portare a diverse scelte elettorali, con una conseguente crisi del partito, dagli esiti più diversi.
Ancora più complessa è la situazione nel Pd. Qui, con tutta evidenza, si contrappongono già oggi nettamente almeno due anime politiche, spesso con intenti programmatici radicalmente differenti e diverse visioni sul modo di gestire il Paese. Tanto da avere spinto alcuni leader (ad esempio Carlo Calenda) a preannunciare le proprie dimissioni nel caso di un accordo col M5s.
In quest'ultima eventualità, una parte minoritaria del partito potrebbe probabilmente giungere alla decisione di separarsi e formare una forza politica e, specialmente, un gruppo parlamentare autonomo di carattere più centrista. Che potrebbe un domani ripetere il tentativo di accordo del Nazareno e allearsi con Forza Italia. Può sembrare un'eventualità remota, ma è assai probabile nel medio periodo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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