
La signora Maria Luisa, classe 1939, per 40 anni ha avuto una tintoria al Corvetto. Poi si è ammalata e nel gennaio 2014 il figlio, Marco Gaito, l'ha dovuta ricoverare alla Rsa Casa dei coniugi, dove è morta a 80 anni nel marzo 2020, vittima anche lei della pandemia appena esplosa. La storia dell'anziana milanese è uguale a molte altre. Il suo caso però è diventato quasi unico, dopo che pochi giorni fa la Cassazione ha sancito che per i malati di Alzheimer, com'era Maria Luisa, la retta della Rsa deve essere interamente a carico del Sistema sanitario e non pesare sulle famiglie.
Signor Gaito, com'è partita la sua battaglia?
«Ho dovuto ricoverare mia mamma, quando si è aggravata. Per i primi tre anni l'ho tenuta con me, ma poi non è stato più possibile accudirla a casa. L'Alzheimer era a uno stadio avanzato, non ho avuto scelta. È rimasta in quella struttura specializzata per sei anni».
Quando ha deciso di non pagare più la retta?
«Nel 2016 ho letto di una causa vinta dall'avvocato Giovanni Franchi di Parma e ho scoperto che per i malati come mia madre, che hanno bisogno di cure medico-infermieristiche specialistiche, c'erano sentenze della Cassazione e normative che stabilivano che nulla è dovuto da parte delle famiglie. Mi sono rivolto a Franchi che però mi ha spiegato che per vedere riconosciuto questo diritto occorreva intraprendere un percorso legale. Ho risposto che volevo arrivare fino in Cassazione e così è stato. Alla fine abbiamo avuto giustizia».
Poi cos'ha fatto?
«Dal 2017 ho smesso di pagare la retta e la ProGes, che gestisce la casa di cura, mi ha inviato un decreto ingiuntivo di circa 23mila euro. Abbiamo fatto opposizione, il Tribunale di Milano l'ha respinta e poi la Corte d'appello ci ha dato torto. Quindi ho saldato il conto della sentenza di secondo grado: 89mila euro. Però siamo andati avanti e ora la Cassazione ci dà ragione cancella la sentenza d'Appello».
Adesso cosa succede?
«Il 3 aprile ci sarà un nuovo Appello e la Corte dovrà applicare quanto stabilito dalla Cassazione. Mi dovranno restituire le rette e le spese legali».
È soddisfatto?
«Sì, e spero che la mia battaglia sia utile ad altri. Io ho perseverato per principio, ma me lo potevo pure permettere. Di spese legali, anche per le sentenze sfavorevoli, ho sborsato quasi 90mila euro. Molti non possono».
Anche se i figli nelle sue condizioni sono tanti.
«E tanti in difficoltà economiche. Io pagavo una retta mensile di 2.600 euro, a fronte di una pensione di mia madre di 1.600. Sottolineo infine che non ho motivi di acredine verso le controparti, ProGes e Ats Città metropolitana: mia madre è stata ben accudita. Ma ho fatto valere un diritto».
Avvocato Franchi, com'è arrivata questa vittoria?
«Mi occupo da anni di queste questioni e ho vinto diverse cause in tal senso.
La prima pronuncia della Suprema corte che stabilisce che le rette per i malati di Alzheimer devono essere interamente a carico del Ssn è del 2012. Tuttavia molti enti e Tribunali continuano a non tenerne conto e le famiglie sono costrette ad affrontare lunghe battaglie legali per riavere il dovuto, con gli interessi».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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