I moderati alla prova Sud. "Così cambieremo il reddito"

Coalizione compatta: "Non funziona". Si lavora per non eliminarlo del tutto. Conte minaccia le barricate

I moderati alla prova Sud. "Così cambieremo il reddito"

«Spero che si impegni a eliminare la vergogna del reddito di cittadinanza ai 18enni, che prendono i soldi per stare a casa a giocare ai videogiochi e dia quei soldi ai malati, agli anziani che non arrivano alla fine del mese, a chi ne ha davvero bisogno. Non a chi non ha voglia di lavorare». Sono le prime parole di Anna Paratore, la mamma di Giorgia Meloni, pronunciate all'alba della vittoria elettorale di sua figlia e del centrodestra. Una richiesta da mamma, e da donna che ha cresciuto le figlie da sola rimboccandosi le maniche per lavorare e mandarle avanti tra sacrifici e fatica, non una che «odia i poveri» come la sinistra addita chi vuole abolire il reddito.

Nei primi 8 mesi dell'anno la spesa per il reddito e la pensione di cittadinanza è stata di 5,37 miliardi di euro. Dai dati Inps solo nel mese di agosto i beneficiari sono stati 449mila al Nord, 341mila al Centro e 1,72 milioni al Sud. Da qui il risultato elettorale del Movimento 5 stelle al Sud. Con Giorgia Meloni che è stata l'unica ad andare al Sud a dire che l'avrebbe abolito, definendolo «metadone di Stato»: «segue lo stesso principio del mantenimento del metadone per un tossicodipendente - aveva detto Meloni prima delle elezioni - si mantiene una posizione, invece che migliorarla».

Alla luce del risultato elettorale al Sud, con il movimento 5 stelle primo partito ma i collegi tutti al centrodestra, Conte oggi annuncia di fare le barricate contro chi vorrà abolire il sussidio. Ma il centrodestra non arretra. Lollobrigida ricorda che «il reddito di cittadinanza nasceva tra le norme sulle politiche attive per mettere in contatto offerta e domanda di lavoro, ma sotto questo aspetto ha fallito miseramente e va cancellato. Questo non significa lasciare i deboli senza sostegno, come pensionati e invalidi. Poi dobbiamo lavorare per politiche attive sull'occupazione».

Lo confermano anche dai partiti alleati. Maurizio Gasparri dice che «bisogna porre fine al voto di scambio grillino, aiutando però disabili, anziani, e incentivando l'assunzione per i giovani». Lo conferma da Forza Italia Mauro D'Attis: «Rafforzare il sostegno come per le pensioni minime e quelle di invalidità, e intervenendo sul sistema di incentivazione la soluzione dei giovani». Rossano Sasso sottosegretario all'istruzione della Lega dice che «non serve a creare nuovo lavoro, deve restare per chi ha impossibilità reale a lavorare, ma va dato piuttosto alle piccole e medie imprese vincolandoli alle assunzioni, e di fronte a un rifiuto passare avanti. Da meridionale - dice Sasso - sono culturalmente contrario alla coppola in mano di chi chiede aiuto al potente, per pagare un ragazzo di 25 anni che non studia e non lavora».

Gli stessi toni che in Fratelli d'Italia usa Fabio Rampelli: «È vergognoso che il reddito di cittadinanza sia stato messo dentro la campagna elettorale perché è un voto di scambio legalizzato.

Ma la cancellazione è stata una semplificazione dialettica alimentata anche dal circuito mediatico. Noi abbiamo immaginato una sostituzione che preveda una separazione netta dei due soggetti dei percettori del reddito. Vogliamo soccorrere tutti gli inabili al lavoro. Ma chi è abile deve lavorare».

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