Laura Boldrini accoglie i partigiani a Montecitorio. Ricordano il 70° anniversario della Liberazione. "È la prima volta che in un’Aula parlamentare - dichiara il presidente della Camera - la liberazione dell’Italia dal nazi-fascismo viene ricordata con la partecipazione diretta sui banchi di coloro che vissero sulla loro pelle quella esperienza mettendo in gioco la loro vita, affetti e speranze della gioventù". Per l'occasione sono accorsi anche il capo dello Stato Sergio Mattarella, il numero uno del Senato Piero Grasso e uno stuolo di ministri. Tutti a santificare il 25 aprile dimenticando che oggi è il triste anniversario dei fratelli Mattei.
Ad aprire la cerimonia è stata l’esecuzione dell’Inno nazionale da parte della Banda Interforze. L’Aula di Montecitorio, strapiena, è stata impavesata con i Tricolori. In molti hanno indossato al collo dei fazzoletti tricolori. "I partigiani non ospiti ma padroni di casa - ha detto la Boldrini - questi uomini e queste donne vengano onorati in una celebrazione solenne dalle alte cariche dallo Stato, dai deputati del senatori, ma anche da molti giovani che devono a questi nostri padri e a queste nostre madri la democrazia di oggi". Per il presidente della Camera la resistenza fu "un moto popolare", "collettivo" e "interclassista". "Ci fu un unità di intenti: liberare l’Italia dal nazifascismo - ha continuato - quello che si ottenne fu la democrazia che non è per sempre, è un dono che tante di queste persone hanno pagato rinunciando alla loro adolescenza, ai loro sogni ma con grande generosità, dando gli anni migliori della loro vita. È un dono che va sempre curato, tutelato, mantenuto vivo". La Boldrini ci ha tenuto, poi, a far lezione ai giovani d'oggi: "Devono capire che l’impegno di ieri deve continuare nel tempo, perché la crisi economica ha messo oggi a dura prova i valori fondanti della nostra Costituzione e bisogna essere vigili e non cedere rispetto a chi vuole prospettare un altro modello di società".
"Non si ceda alla tentazione di considerare il 25 aprile come uno stanco rituale ripetuto di anno in anno - ha commentato Grasso - celebrare la Liberazione significa interrogarci sul nostro presente, sulle sfide che ci si pongono davanti comunità nazionale, sulla nostra capacità di realizzare, individualmente d collettivamente, valori e promesse che la Resistenza ci ha lasciato". Tra i presenti c'è stato pure chi non ha potuto non affidare i propri pensieri a Twitter. E per commemorare il 25 aprile i cinguettii si sprecano. "Grazie a chi allora lottò per il nostro futuro", ha scritto il ministro alle Riforme Maria Elena Boschi. "L’emozione dell’Aula piena di vecchi partigiani per i 70 anni della Liberazione - ha fatto eco il ministro dei Beni culturali, Dario Franceschini - vorrei che anche mio papà fosse qui". Quindi il presidente del Pd Matteo Orfini: "Un grande onore e una enorme emozione ricordare oggi in aula la Liberazione. E farlo per la prima volta insieme ai partigiani".
La decisione della Camera di celebrare solennemente il 70° anniversario del 25 aprile non ha trovato tutti d'accordo. Anche perché è stato fatto con nove giorni d'anticipo e proprio quando avrebbe dovuto ricordare la barbara uccisione dei fratelli Stefano e Virgilio Mattei. Oltre a criticare i toni della celebrazione, che "appaiono assai lontani da quelli più riflessivi usati da tempo come ad esempio nello stesso intervento del presidente della Camera Violante all'atto del suo insediamento", Ignazio La Russa non ha nascosto il proprio stupore per la singolare scelta dei tempi.
"La celebrazione - fa notare il deputato di Fratelli d'Italia - avviene con nove giorni di anticipo e proprio nel giorno in cui ricorre l’anniversario dell'uccisione dei fratelli Mattei bruciati vivi da chi arbitrariamente si proclamava nuovo partigiano".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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