I pm si avventano sul voto di Palermo: in manette anche un candidato di Fdi

La lista di Morra: alle Amministrative 18 impresentabili

I pm si avventano sul voto di Palermo: in manette anche un candidato di Fdi

Francesco Lombardo, candidato di Fratelli d'Italia al Consiglio comunale di Palermo, è stato arrestato durante la giornata di ieri. L'accusa degli inquirenti è basata sullo scambio elettorale politico-mafioso. Il fermo dell'esponente palermitano di Fdi è arrivato in sincrono con quello di Vincenzo Vella, un boss mafioso del clan di Brancaccio. Il mafioso cinquantaseienne era già stato condannato in tre circostanze per associazione mafiosa. Secondo l'accusa, il duo avrebbe avuto modo di tenere un incontro: un summit attraverso cui l'esponente politico avrebbe avanzato una richiesta precisa al boss: essere sostenuto. La formazione guidata da Giorgia Meloni ha subito preso posizione in relazione all'accaduto per mezzo di una nota stampa: «Sul caso Lombardo Fratelli d'Italia ha già dato mandato ai propri legali di costituirsi come persona offesa dal reato riservandosi di costituirsi parte civile qualora l'ufficio della Procura eserciti l'azione penale. Chiunque si avvicini a Fratelli d' Italia - hanno tuonato da Via della Scrofa - deve sapere che la criminalità organizzata è il nostro primo nemico». Intanto, la polemica sulle candidature per le amministrative di Palermo non sembra destinata a placarsi. «La sinistra - ha tuonato Roberto Lagalla, candidato sindaco del centrodestra - ha candidato il figlio di un boss. Chi per settimane mi ha definito strumentalmente e velenosamente un pupo - ha aggiunto - ospita nelle proprie liste il figlio di un mammasantissima, in carcere da anni per reati di mafia. La questione morale declinata a questione di opportunità. Per alcuni la clava, per il diretto discendente di un mafioso ospitato nelle patrie galere il tappeto rosso». Lagalla ha anche ribadito di non volere i voti della mafia. Poi l'appello rivolto alle formazioni politiche: «Ai partiti ho chiesto, una volta pubblicata la lista degli impresentabili, di ritirare se eletti quanti risultassero associati alla criminalità di stampo mafioso. Se non lo facessero, sono pronto a dimettermi», ha specificato il candidato sindaco del centrodestra. Nicola Piraino, il candidato a cui Lagalla si è riferito parlando di un «figlio di un mammasantissima», ha replicato a stretto giro: «Sono militare da 24 anni - ha premesso l'uomo che corre per la lista Progetto Palermo -, ho giurato fedeltà alla Patria. Con la mafia e con mio padre non ho rapporti. Questo clamore m'ha sorpreso». La sinistra, comunque sia, chiede il ritiro di Lagalla. Il presidente della commissione Antimafia Nicola Morra, mentre era intento a verificare con l'organo che presiede le candidature di questa tornata elettorale, ha voluto dire la sua sugli arresti di Palermo, specificando come tanto Lombardo quanto Polizzi, candidato di Fi che è finito in manette.

«Sarebbero stati presentabilissimi ai sensi del Codice Bindi di autoregolamentazione e della legge Severino». Gli impresentabili individuati dalla commissione sono 18. Quattro di questi sono candidati a Palermo. Presente nell'elenco anche un candidato sindaco di Frosinone: Mauro Vicano.

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