Differenziarsi da Giorgia Meloni, scongiurare il sorpasso del M5s di Giuseppe Conte. Matteo Salvini contesta le sanzioni alla Russia per l'invasione dell'Ucraina e attacca Mario Draghi sulle concessioni balneari. La strategia ha due facce. E consiste, da un lato, nel marcare le differenze con la posizione più atlantista di Meloni in politica estera. Dall'altro, nel mostrarsi «più realista del re» nei confronti del redivivo Conte, incalzandolo sul suo stesso campo: atteggiamento morbido sul conflitto ucraino, difesa dei balneari, orientamento più conciliante sul reddito di cittadinanza rispetto agli alleati di centrodestra.
La necessità di un colpo di reni è segnalata dal primo sondaggio che attesta il M5s davanti alla Lega di un punto percentuale. Si tratta della rilevazione IZI «Scenari di governo», che conferma la risalita dei grillini al 13%, con il Carroccio che insegue al 12%. Numeri, che se fossero confermati alle urne, rappresenterebbero un problema per Salvini. Così il segretario individua uno spazio a destra sul conflitto tra Kiev e Mosca e rilancia sulle sanzioni. «Siamo di fronte all'unico caso al mondo in cui le sanzioni per fermare una guerra, per mettere in ginocchio un regime e per bloccare gli attacchi non danneggiano i sanzionati, ma coloro che sanzionano», dice in mattinata da Fano, nelle Marche. Poi insiste: «Ci stanno rimettendo gli italiani e ci stanno guadagnando i russi, evidentemente a Bruxelles qualcuno ha sbagliato i conti». Quindi invita l'Ue a ripensare il meccanismo sanzionatorio. Salvini rafforza il concetto in un video pubblicato sui social nel pomeriggio. «Hanno portato la Russia a guadagnare 130 miliardi di dollari entro luglio e fino alla fine dell'anno la Russia ci guadagnerà 227 miliardi di dollari», snocciola cifre il leader della Lega. Che invita ancora a «ripensare la strategia per salvare posti di lavoro e imprese in Italia». Un pressing che si era intensificato negli scorsi giorni e che si è fatto più forte dopo lo stop dei flussi dal gasdotto Nord Stream 1 deciso dal colosso energetico russo Gazprom.
In questo modo Salvini sottolinea un approccio diverso rispetto a Fdi e a Forza Italia. Meloni a giugno ha parlato di «sanzioni efficaci» e al meeting di Rimini ha ribadito che le «sanzioni devono restare», seppur introducendo «meccanismi di compensazione per le economie che stanno pagando un prezzo maggiore». Anche Fi, con Antonio Tajani, si è detta a favore delle sanzioni, purché «non siano eterne». Il segretario della Lega, da Cattolica, attacca l'Europa «corresponsabile degli aumenti di luce e gas, con politiche green ideologiche e con sanzioni alla Russia». Come prevedibile, Salvini, dopo le dichiarazioni sulle sanzioni, è finito nel mirino del centrosinistra, che lo ha accusato di filo-putinismo. Meloni, nel frattempo, ribadisce il suo sì al tetto al prezzo del gas voluto da Draghi.
Il capo del Carroccio si posiziona in prima linea anche sui balneari. Da Riccione venerdì ha protestato direttamente contro Palazzo Chigi, che vuole accelerare per approvare entro settembre il decreto annuale sulla concorrenza che prevede le gare per i balneari. «Se inspiegabilmente Draghi vuole correre per approvare entro settembre decreti che riguardano le 30.000 spiagge italiane, noi non lo permettiamo perché chi fatica su quelle spiagge da una vita va tutelato», l'affondo.
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