I trattori non si fermano. Ma ora il fronte è spaccato

Il movimento dell'ex forcone Calvani convoca i mezzi giovedì al Circo Massimo: "Traditi dal ministro"

I trattori non si fermano. Ma ora il fronte è spaccato
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Hanno promesso di portare ventimila agricoltori al Circo Massimo. L'appuntamento è fissato per giovedì prossimo (15 febbraio). La cosiddetta «protesta dei trattori» non si ferma. E non sono quindi bastate le parole del ministro Lollobrigida (in trasferta notturna sulla Nomentana per confrontarsi con i promotori della mobilitazione) né la ribalta sanremese con la lettura poco prima di mezzanotte, nella serata dedicata alle cover, del comunicato sulle ragioni della protesta.

In verità l'annuncio della manifestazione di giovedì prossimo è l'indizio più evidente di una spaccatura nel movimento di protesta. «Saremo molti - avverte Danilo Calvani, leader degli Agricoltori traditi dei Cra (Comitati riuniti agricoli) -; e sarà la prima di una lunga serie di manifestazioni». Calvani non manda giù il diverso approccio al problema dei rappresentanti di Riscatto agricolo, quelli del presidi sulla Nomentana ricevuti venerdì pomeriggio dal ministro Lollobrigida. E promette un cambio di «strategia». «Abbiamo iniziato con dei presidi lenti - afferma - quello che ci ha combinato ieri il ministro ci ha costretto a dare una risposta rapida». Ed ecco quindi il perché della manifestazione di giovedì, già discussa con la Questura di Roma.

Dalla richiesta di autorizzazione rilasciata dall'Ufficio di Gabinetto si evince che è prevista la partecipazione di cinquemila persone che raggiungeranno il Circo Massimo, con un «itinerario concordato» e scortati e «senza arrecare intralcio al traffico» o alle «attività lavorative». Autorizzati anche i mezzi agricoli (10) con un referente raggiungibile al telefono per ogni trattore. Incassato il placet della Questura, Calvani ha lanciato un appello a tutte le categorie. «Non solo agricoltori - spiega -, tutti sono chiamati a partecipare. Perché questa è la manifestazione di tutti. Cari italiani, ora tocca a noi. Diamo una prova di forza civile, senza violenza, per carità».

Intanto il presidio sulla Nomentana è destinato a durare. Almeno fino a quando non viene ufficialmente aperto il tavolo di confronto promesso dal ministro Lollobrigida.

L'ex forcone Calvani critica inoltre la decisione del ministro di accettare l'invito di Riscatto agricolo. «La maggior parte di loro sono iscritti al suo partito - dice il portavoce di Agricoltori traditi -. Ci sentiamo presi in giro, chiediamo le dimissioni sue e della premier. Ci prepariamo ad azioni eclatanti».

Il momento sanremese, con la lettura dei punti chiave avanzati dai rappresentanti del movimento dei trattori (riforma del «green deal», riequilibrio dei costi sulla catena della distribuzione per non penalizzare consumatori e produttori, e rivalutazione del regolamento Ue sui fitofarmaci, già ritirato da Bruxelles), non ha quindi ammorbidito più di tanto la posizione degli agricoltori e dal mondo della politica sono in molti a sottolineare l'ambiguità della leadership di Calvani, ex forcone che in passato non ha lesinato critiche aspre anche nei confronti del presidente della Repubblica.

Inoltre sulla manifestazione di giovedì prossimo si addensa un'ombra. Si tratta di Giuliano Castellino. L'ex leader romano di Forza Nuova, infatti, ha annunciato la sua adesione alla manifestazione in programma giovedì prossimo.

Già condannato in primo grado per l'assalto alla sede nazionale della Cgil il 9 ottobre del 2021, Castellino oggi guida il movimento Italia Libera e annuncia: «Popolo e agricoltori uniti come non mai. Trattori et tricolori contro Bruxelles e questo governo di venduti. Contro tutti i partiti e tutti i sindacati. Per il lavoro, la libertà e il futuro!».

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