«Impossibile prevenire attacchi» Sono 5mila i jihadisti europei

Il capo dell'antiterrorismo Ue si «arrende» e il premier francese Valls ammette: «Francia in guerra, 1.200 gli estremisti» Caccia ai sei complici dei Kouachi S'indaga sul ruolo di un uomo fermato in Bulgaria e sui legami all'estero

«Restano rischi molto elevati e seri», «Vi devo questa verità», ha detto ieri molto emozionato in un discorso davanti all'Assemblée Nationale il premier francese Manuel Valls. Secondo le indagini della polizia, sarebbero sei i complici dei tre attentatori ancora latitanti, uno di loro sarebbe stato visto alla guida della Mini-Cooper della moglie di Amedy Coulibaly, l'uomo al centro della presa d'ostaggi al supermercato kosher, venerdì. La ragazza compare nelle immagini di sorveglianza dell'aeroporto di Istanbul Sabiha-Gokcen nei giorni prima dell'attentato, accompagnata da un uomo, Mehdi Belhoucine, 23 anni, già noto ai servizi francesi. Ha scritto il quotidiano Le Monde che suo fratello, nel luglio 2014, è stato condannato per legami con gruppi jihadisti dell'Afghanistan e del Pakistan. Gli inquirenti ora indagano anche questa pista nella fuga di Boumedienne. Il portavoce della Casa Bianca John Earnest ha detto ieri ai reporter che gli Stati Uniti hanno condiviso con le autorità francesi le informazioni in loro possesso sugli spostamenti dei due fratelli Kouachi.

Altri dettagli arrivano dalla Bulgaria, dove secondo il procuratore generale locale un uomo - Fritz-Joly Joachim, 29 anni - arrestato il primo di gennaio mentre tentava di attraversare il confine con la Turchia, avrebbe legami con i fratelli Kouachi, con cui sarebbe stato in contatto a fine dicembre. E dall'estero arriverebbero anche le armi utilizzate negli attacchi. La scoperta, emersa seguendo la pista dei finanziamenti, è stata resa nota dalla polizia francese.

A preoccupare, oltre ai dettagli delle indagini, ci sono le parole del capo dell'antiterrorismo Ue De Kerchove: «Non è possibile prevenire al cento per cento» nuovi attacchi. E quelle del premier Valls: sarebbero 1.200 (su 5mila europei), ha spiegato, i cittadini francesi o i residenti nel Paese legati in qualche modo a gruppi jihadisti in Irak e Siria. «La Francia è in guerra contro il terrorismo e il jihadismo radicale, non contro una religione», ha spiegato.

Ed è per combattere la minaccia terroristica che il primo ministro ha annunciato nuove misure di sicurezza, su cui la Francia lavorerà nelle prossime settimane: sarà compilata e aggiornata una lista di membri e simpatizzanti di gruppi terroristici, sarà segnato il loro domicilio presso il quale saranno registrati controlli di routine; si lavorerà a una lista di passeggeri pericolosi, da condividere con altri Paesi europei; e sarà dedicata particolare attenzione al controllo dei detenuti radicalizzati nelle carceri, ipotizzando un loro maggiore isolamento: Cherif Kouachi e Amedy Coulibaly si erano infatti conosciuti in prigione.

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