Indagati tutti i 4 youtuber "E Di Pietro va arrestato". Setacciati telefoni e uffici

Niente segni di frenata. I testimoni: "Video pure dopo lo schianto". E crescono i follower

Indagati tutti i 4 youtuber "E Di Pietro va arrestato". Setacciati telefoni e uffici
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Roma. Sul tavolo del gip la richiesta di arresto per Matteo Di Pietro, il 20enne che ha travolto e ucciso il bimbo di Casal Palocco. Indagati per concorso in omicidio stradale gli altri tre youtuber in auto con lui.

Positivo ai cannabinoidi, alla guida da oltre 24 ore, «distratto» dalle dirette social per una stupida challenge, al volante di un bolide da 650 cavalli per le stradine del quartiere residenziale del litorale romano. Soprattutto a folle velocità tanto che, superato senza rallentare lo stop con via di Macchia Saponara, Di Pietro non prova nemmeno a frenare come dimostrano i rilievi. E centra frontalmente la Smart trascinandola per decine di metri. Paradossalmente aumentano i follower (8mila) dei cinque youtuber sul canale «TheBorderline» e sul loro profilo Instagram ancora attivo nonostante la tragedia e le richieste arrivate da ogni parte. Tutte respinte dagli amministratori della piattaforma: «Non viola le linee guida della community» la risposta.

Insomma, crescono i clic e il denaro in tasca ai cinque mentre la Procura di Roma iscrive sul registro degli indagati anche gli altri tre giovani a bordo della Lamborghini che ha sventrato l'auto di Elena, 28 anni, uccidendo il figlio di 5 anni, Manuel e ferendo la sorellina di tre. Un atto per analizzare i dispositivi mobili di Vito Loiacono, er Motosega, Marco «Ciaffa» Ciaffaroni e Giulia Giannandrea.

Per loro il reato ipotizzato è concorso in omicidio stradale aggravato dall'uso di sostanze stupefacenti e dalla velocità mentre risulta estraneo alla folle sfida il quinto componente del gruppo, Leonardo Golinelli, che era altrove. Gli inquirenti, dopo aver sequestrato i cellulari e una videocamera installata sul lunotto della Urus, conferiranno l'incarico per la consulenza tecnica sui video e i messaggi registrati nelle memorie degli smartphone e della action camera utilizzata per «raccontare» le loro avventure. Come le 50 ore vissute a bordo di una Fiat 500 o su una zattera in mare. O su una supercar noleggiata per 1500 euro al giorno come la fiammante Lamborghini che ha accartocciato l'utilitaria della 28enne con i bimbi a bordo.

La sorellina di Manuel, Aurora, è stata dimessa e affidata ai nonno paterno. Il papà, Marco, resta accanto alla moglie Elena ancora ricoverata, in stato di choc, per accertamenti vari. Ora verranno visionate le telecamere di sicurezza del quartiere residenziale alla porte di Roma, dopo il nulla osta del Consorzio Casalpalocco. Al vaglio della Procura non solo gli obiettivi puntati su via Archelao di Mileto ma su tutte le strade di Palocco e dell'Axa nelle ore 24 precedenti allo schianto. Intanto sfilano i testimoni della tragedia a cominciare dai primi soccorritori per continuare con gli amici di famiglia. Come Alessandro Milano, che ha visto i quattro filmare ancora dopo l'incidente. E ci sarebbero mamme degli alunni dello stesso asilo frequentato da Manuel che si sarebbero salvare per pochi attimi e potevano trovarsi al posto della Smart.

Perquisita la sede della società dei cinque youtuber da 600mila follower e 190mila euro di fatturato l'anno mentre l'incarico per l'autopsia sul piccolo Manuel è stato affidato all'Istituto di Medicina legale de La Sapienza.

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