Informativa dell'esecutivo: l'opposizione naufraga sulla strategia dell'Aventino

A sinistra prevalgono le perplessità sul piano della Schlein. Martedì i partiti saranno in Aula

Informativa dell'esecutivo: l'opposizione naufraga sulla strategia dell'Aventino
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Dopo la protesta e la richiesta della sospensione dei lavori delle Camere fino a martedì, le opposizioni sono pronte alla marcia indietro sull'Aventino. La notizia dell'informazione di garanzia a Giorgia Meloni ai ministri Matteo Piantedosi e Carlo Nordio e al sottosegretario a Palazzo Chigi Alfredo Mantovano aveva dato a Pd, M5s, Avs e Italia Viva il gancio per tentare la strada dell'ostruzionismo parlamentare. Un blocco del Parlamento, era il pressing, finché la presidente del Consiglio non si fosse presentata davanti a deputati e senatori per riferire sul caso del rimpatrio del generale libico Almasri. Uno stravolgimento degli eventi, quello dell'indagine della Procura di Roma, che avrebbe potuto rappresentare un momento di unità per il campo largo, alle prese con mille divisioni e un dibattito su possibili federatori oltre i partiti. Dopo i dubbi espressi a taccuini chiusi da diversi esponenti dem e Cinque Stelle, ora avanza la consapevolezza dell'impossibilità di proseguire con l'Aventino. Chiunque sia chiamato a riferire in Aula sul caso Almasri. L'appuntamento, dunque, è per martedì. Quando, nelle conferenze dei capigruppo di Camera e Senato, si dovrebbero avere più certezze sulla tempistica dell'informativa sul caso e soprattutto sul ministro che si confronterà in Parlamento. Solo a quel punto dovrebbe arrivare la decisione definitiva da parte del fronte delle opposizioni. Ma - è il ragionamento tra il Nazareno e il quartier generale delle altre «gambe» del centrosinistra - «se Meloni non vorrà metterci la faccia per quanto tempo si potrà andare avanti così?».

Dunque, si fa strada l'ipotesi concreta di un ritorno in Aula e di uno stop alla strategia dell'Aventino. Nel Pd, intanto, già è partito il toto-ministro sul rappresentante del governo che potrebbe riferire in Aula. Una delle possibilità è Luca Ciriani, titolare dei rapporti con il Parlamento, esponente di Fratelli d'Italia. Ma ci si prepara contestualmente all'informativa di Carlo Nordio o Matteo Piantedosi, anche se entrambi sono indagati insieme a Meloni. Proprio il Guardasigilli, in realtà, più che Meloni potrebbe essere la «scelta» preferita dai dem per il confronto parlamentare, perché considerato più «debole» rispetto alla premier. Al netto delle reali intenzioni sull'Aventino, continua il battage di dichiarazioni su Meloni. «Ho una richiesta da fare a Giorgia Meloni: se hai un minimo di dignità e di coraggio vieni in Aula: dicci quello che devi dirci e ascolta i suggerimenti e le critiche della maggioranza e delle opposizioni.

Chiudere il Parlamento perché avete paura di confrontarvi è la cosa più incredibile e scandalosa che si possa fare», incalza Matteo Renzi. «La premier diffonde falsità e fugge dal Parlamento, preferendo lo scontro istituzionale alla trasparenza», attacca Angelo Bonelli, Avs.

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