Iraq, si tratta per l'invio dei soldati italiani a difesa della diga di Mosul

La società Trevi si è aggiudicata ufficialmente l’appalto in Iraq per la riparazione della grande diga di Mosul. Il contratto vale circa 200 milioni di dollari

Da Analisi Difesa.it
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Sono quattrocentocinquanta i militari italiani che verranno mandati a proteggere i lavoratori impegnati nella ristrutturazione della diga di Mosul da parte della società Trevi. I governi italiano e quello iracheno non hanno ancora raggiunto un accordo sull’invio dei militari. "Le trattative continuano - sottolineano alcune fonti diplomatiche- e ci auguriamo che si possa arrivare ad un accordo. C’è una certa sensibilità da parte di alcune entità politiche irachene, ma stiamo cercando di dare tutte le assicurazioni che le truppe serviranno solo a garantire la sicurezza del cantiere".

Dopo l’aggiudicazione alla società Trevi dei lavori di ristrutturazione della diga, continuano le trattative per la definizione del contratto: "Ci auguriamo che possano essere chiuse entro pochi giorni, perchè erano già state avviate in parallelo alla gara d’asta, vista la necessità di intervenire con urgenza sulla diga", hanno riferito all’Ansa alcune fonti diplomatiche. Intanto si apprende che l’investimento per la ristrutturazione si aggirerà "intorno ai 200 milioni di dollari". Baghdad ha chiesto alla Banca Mondiale un prestito di questo valore finalizzato al progetto. Il contratto previsto sarà del tipo "cost plus": la quantità dei finanziamenti, cioè, sarà calibrata passo per passo secondo quelli che saranno i costi.

La sicurezza della diga sul Tigri è tornata al centro dell'attenzione dopo che un alto responsabile militare americano in Iraq ha ribadito i timori di Washington per l’eventuale crollo della struttura costruita nel 1980. Sin dal 2007 le autorità americane e irachene hanno lanciato allarmi sui pericoli di cedimenti della diga, che si trova a poche decine di chilometri dall’area controllata dall’Isis e che dall’anno scorso è in mano alle forze curdo-irachene.

Lo scorso dicembre il presidente del Consiglio Matteo Renzi aveva annunciato la disponibilità dell’Italia ad inviare 450 militari italiani per difendere, con altri 750 che partecipano all’operazione "Prima Parthica", la diga danneggiata che minaccia la città di Baghdad.

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